La pornografia online e il perbenismo marcio
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La pornografia online e il perbenismo marcio

Nel 2017 non si sa più cosa significhi discutere sull'amore: non è un problema solo italiano

Pornografia online
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4 Agosto 2017 - 13.53


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L’Italia senza amore, senza comizi
Quando Pasolini girò da nord a sud Comizi d’amore intervistando gli italiani sulla sessualità e l’erotismo, la dimensione fisica coincideva con quella materica e spirituale, umana.
Era il 1965 e Pasolini incontrava delle persone che si fermavano, si staccavano dalla loro quotidianità per discutere con lui. Un intellettuale riusciva a mostrare con estrema purezza tutte le contraddizioni, la misoginia (sostenuta anche dalle stesse donne) e la menzogna della parità sessuale tra uomini e donne, e ribadiva che il corpo e la sua mercificazione sono una questione politica e culturale.
In quelle risposte, date anche con il sorriso, si nascondeva un radicale e tradizionale conformismo, era un mondo di scandalizzati, ma questi scandalizzati venivano smascherati con grazia.
Questo Paese nel 2017 non può più fare comizi né sa più cosa significhi discutere sull’amore e temo non sia un problema solo italiano. Oggi non si incontrano le persone, si incontrano gli schermi dei tablet, degli smartphone, dei pc.
Pasolini intervistava anche i giovani, ma oggi tra i giovani di sessualità non si parla se non con il solito cameratismo.
Temo che anche tra gli adulti spesso si tratti di una pratica da sbrigare in solitudine davanti ad uno schermo. Perfino i bambini possono accedere alla pornografia online.
Perché non si parla di sessualità ma la si propone distorta a chi si affaccia alla vita? C’è un profondo baratro tra l’individuo che deve amare e l’immagine a cui l’individuo deve adattarsi per essere accettato dagli altri. Chiusi nelle scatole elettromagnetiche scegliamo di adattare la nostra vita alla virtualità anche nella nostra intimità. Dubito che i miei figli e i figli dei miei coetanei potranno avere fantasie erotiche autonome, senza cioè lo stimolo di un video o di un robot preimpostato, a meno che, certo, non saprò essere una buona madre e non li proteggerò da questo cancro che anestetizza l’anima: spiare e non incontrare gli altri.
C’è un perbenismo marcio che si copre il volto, le orecchie e chiude la bocca quando si tratta di spiegare ad un bambino come è possibile che due persone si amino al punto da unirsi fisicamente e mettere al mondo un figlio o quando bisogna spiegargli cosa significa che una donna è stata stuprata o sfregiata dall’acido, ma quello stesso perbenismo marcio si permette di alludere, ammiccare, proporre l’immagine di un corpo che viene mercificato e abusato e di rendere questa violenza accessibile e peggio, praticabile. Quante volte sentiamo dire dagli adulti che quando il branco si sfoga sul corpo di una adolescente lo fa per divertisti, una bravata innocente? Quante volte gli adulti minimizzano sui figli che si impasticcano per sballarsi nella mischia dei corpi delle serate in discoteca invece di proteggerli e discutere con loro? Quante volte gli adulti violentano e i bambini guardano o subiscono?
La pornografia online è forse una delle tante piaghe che suppurano nelle menti dei giovani: c’è la pornografia dei sentimenti in televisione, la pornografia dei giornali e pare un controsenso ma esiste anche una pornografia libresca e del resto è pornografico a volte anche l’uso che si fa dei social. Potrebbe sembrare che io esageri, ma c’è una pornografia anche per la strada. Però i giornali, un libro, la strada possono essere messi in discussione. La televisione, un social e un canale di video no.
«Perché lo fanno tutti, lo usano tutti, si sa».
Nessuno ne parla, ma è così e la discussione non sussiste.
Sappiamo che il sesso è la migliore forma di propaganda e di marketing, forse non ci ricordiamo che i giovani sono votati ad essere le cavie migliori per scoprire fino a che punto si può mercificare il corpo e che cosa si può ottenere da questo lavoro di bassa macelleria.
Ma la propaganda e il marketing non sono mestiere di ragazzini e ancora una volta torno a chiedere: dove sono gli adulti e perché fanno determinate scelte?
Se non esiste più un intellettuale che possa andare per l’Italia a smascherare i benpensanti scandalizzati, forse un genitore dovrebbe mettersi in discussione e cominciare a fare un comizio d’amore al proprio figlio invece di abbandonarlo da solo davanti ad uno schermo dove un altro adulto ha postato il video di uno stupro ammiccante. Perché l’amore è prima di tutto coscienza dell’amore.

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