Una ragazza messa all'asta online: la dittatura del click trasforma gli incubi in realtà
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Una ragazza messa all'asta online: la dittatura del click trasforma gli incubi in realtà

Questa non è la sinossi di un thriller, è la realtà: a partire da trecentomila euro si possono comprare schiave sessuali online

Una ragazza messa all'asta online
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6 Agosto 2017 - 15.33


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Ha vent’anni e fa la modella, è a Milano per un set fotografico ma viene drogata, ammanettata e chiusa in borsone da un mercenario che dice di appartenere all’organizzazione “Black Death” che opera dietro lo schermo di un computer. Se nessuno pagherà il riscatto di trecentomila euro, la ragazza sarà messa all’asta per prestazioni sessuali sul deep web mentre intanto è segregata in un casolare ed esposta alle violenze del rapitore per una settimana.
Questa non è la sinossi di un thriller, è la realtà: a partire da trecentomila euro si possono comprare schiave sessuali online.
Eppure nessuno ha fatto riferimento a questo traffico di donne vendute al miglior offerente prima di oggi.
Se ne parla oggi solo perché quando il fattaccio è appena successo partono i click, si vendono copie, il meccanismo lo conosciamo: dubito però che il caso di questa giovane donna sia l’unico.
Poche ore fa su Globalist, David Grieco ha cominciato a scrivere in un altro modo di pornografia, ha messo in discussione il fatto che, a dire dei cosiddetti esperti della materia, la pornografia non fa male alla salute: dopo questa notizia però non si può fare a meno di pensare che la questione è davvero ben più grave.
La domanda «Quali sono le controindicazioni della pornografia?» che ha lo stesso suono delle informazioni di un bugiardino della tachipirina, è completamente fuori tema. Qui non parliamo di pastigliette da assumere ad orario per guarire da un raffreddore. Qui parliamo di un’altra forma di terrorismo di cui non ci stiamo accorgendo e di cui finiremo per diventare complici. Le domande da porsi sono due «Che cos’è la pornografia oggi e perché ci sono persone che possono permettersi di usare corpi di altre persone per fare soldi ed esercitare un potere senza incappare in qualcuno che li fermi?»
Proprio adesso, mentre penso a questa giovane che ha visto la propria bellezza diventare molto più che una maledizione, mi rendo conto di quanto siamo ingenue noi donne quando a volte ci convinciamo che la guerra sia solo sui nostri corpi.
I nostri corpi sono come le bombe dei kamikaze, sono un’arma per colpire più in alto, sempre più in profondità e mentre queste bombe esplodono scatenando la morbosità di troppi, la nostra bellezza, specialmente se siamo molto giovani, diventa qualcosa di cui piano piano cominceremo a vergognarci, qualcosa che piano piano sentiremo di dovere nascondere per non correre il rischio di essere stuprate psicologicamente e fisicamente. E cominceremo a nasconderci fin da bambine.
Succederà ad un certo punto che anche le bambine, quando avranno come unico riferimento questa cultura della donna sottomessa e venduta come schiava, probabilmente cominceranno, una volta cresciute, ad entrare nel business e a mettersi loro stesse in vendita.
Perciò non basta essere indignate e arrabbiate o pensare alla moralità. La pornografia che in questi giorni è accessibile anche da chi si affaccia alla vita non solo segna profondamente la psiche ma annulla la libertà individuale.

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