Femminicidio di Elena Ceste: la Cassazione conferma 30 anni di prigione al marito
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Femminicidio di Elena Ceste: la Cassazione conferma 30 anni di prigione al marito

La donne era scomparsa dalla casa di Costigliole d'Asti il 24 gennaio 2014. Il corpo venne ritrovato a ottobre in un canale vicino all'abitazione in cui la famiglia viveva

Elena Ceste
Elena Ceste
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17 Maggio 2018 - 20.17


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Giustizia è fatta anche se una donna innocente non c’è più: la prima sezione penale della Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione per Michele Buoninconti, accusato di aver ucciso la moglie Elena Ceste, scomparsa dalla loro casa di Costigliole d’Asti il 24 gennaio 2014, il cui corpo venne ritrovato nell’ottobre dello stesso anno in un canale a poca distanza dall’abitazione in cui la famiglia viveva. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa dell’imputato contro la sentenza pronunciata dalla Corte d’assise d’appello di Torino nel febbraio dello scorso anno. Buoninconti, ex vigile del fuoco, e’ detenuto nel carcere di Saluzzo. 
Secondo l’accusa, Buoninconti avrebbe ucciso la moglie, casalinga di 37 anni, per un “sentimento di vendetta per i tradimenti comprovati”, come rilevato stamane dal pg di Cassazione Giuseppina Casella.
L’uomo, che si è sempre proclamato innocente, avrebbe inoltre cercato di sviare ogni sospetto da sé, anche depistando le indagini. In appello era stata confermata la condanna a 30 anni inflitta all’imputato dal gup di Asti nel 2015 con rito abbreviato. I 4 figli della coppia, tuttora minorenni, vivono con i nonni materni, ai quali sono stato affidati. Buoninconti e’ infatti già decaduto dalla potestà genitoriale: nei suoi confronti i giudici torinesi, nel processo d’appello, avevano anche disposto il sequestro dei beni, compresa la quota della casa coniugale ereditata dopo la morte di Elena Ceste.

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