Irruzione fascista al comizio di Sandro Ruotolo: assolti otto militanti di Casapound
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Irruzione fascista al comizio di Sandro Ruotolo: assolti otto militanti di Casapound

Gli estremisti di destra avevano interrotto il giornalista allora candidato alle regionali del Lazio. Era il febbraio del 2013. Per la difesa su solo una goliardata

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14 Maggio 2018 - 18.09


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Bene, benissimo. Fascisti sempre più impuniti: per l’ incursione di Casapound al comizio di Sandro Ruotolo a Civita Castellana, in provincia di Viterbo, il tribunale ha assolto tutti i fascisti perché il fatto non è previsto dalla legge come reato. 
Passa così la curiosa tesi della difesa che aveva definito l’episodio una “goliardica manifestazione” e aveva chiesto il proscioglimento di otto attivisti viterbesi del movimento fascista.
La procura, al contrario, riteneva che i ragazzi fossero colpevoli di “turbativa di una riunione di propaganda”: “Ma secondo la normativa speciale in materia di propaganda elettorale, il reato in questione vale solo per le elezioni a Camera e Senato – aveva sostenuto il difensore Domenico Gorziglia – mentre il decreto non fa riferimento alle elezioni regionali”. E poiché in effetti si trattava proprio di “un comizio elettorale per le regionali”, la giudice Silvia Mattei ha sentenziatol’assoluzione di tutti gli imputati “perché il fatto non è previsto dalla legge come reato”.
L’episodio era accaduto l’11 febbraio 2013 quando un gruppo di militanti di CasaPound tra i 25 e i 33 anni fece rumorosamente irruzione, armato di trombe da stadio e megafoni, al comizio del giornalista Sandro Ruotolo in corso a di Civita Castellana, srotolando un’enorme striscione con la scritta Casapound. 
“L’irruzione è durata 1-2 minuti, ma la gente ha avuto paura, si è creato allarme, Ruotolo cercava le forze dell’ordine che non c’erano, io ho fatto quattro fotografie, poi mi sono messo tra lui e quelli di Casapound per evitare contatti”, ha raccontato durante lo stesso processo un testimone.
Sandro Ruotolo era candidato come governatore della Regione Lazio per la lista Rivoluzione Civile guidata dall’ex pm antimafia Antonio Ingroia.
I militanti di CasaPound vennero identificati poco dopo dalle forze dell’ordine, poi denunciati per il reato di turbativa di riunione pubblica, previsto dalla normativa speciale in materia di propaganda elettorale.
Ora è passata la testi della goliardata.

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