Conte, un tecnico come Monti, il burocrate che Lega e M5s detestavano
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Conte, un tecnico come Monti, il burocrate che Lega e M5s detestavano

Di Maio e Salvini presentano il nome del giurista a Mattarella ma giurano che il loro sarà un governo politico. Un bel paradosso visto che il nome di Conte non arriva né dai gazebo, né dalla Rete

Salvini, Mattarella, Di Maio
Salvini, Mattarella, Di Maio
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21 Maggio 2018 - 17.33


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Di Maio proprio non ce la fa a tenersi il cecio in bocca. E appena uscito dal Quirinale davanti ai giornalisti non resiste alla tentazione: “Conte sarà premier del governo politico”, dice lontano dalle telecamere piazzate per la conferenza stampa. E, quasi a prevenire possibili critiche per la scelta che potrebbe sembrare troppo tecnica, precisa: “Sono molto orgoglioso di questo nome perché è la sintesi del movimento cinquestelle. Non vesserà il popolo italiano. Non è stato eletto? Era nella mia squadra, lo hanno votato 11 milioni di italiani”. Il capo del M5s, che ultimamente ha il vizio di citare la storia manco fosse Napoleone, aggiunge”: “Oggi siamo di fronte a un momento storico”, al Presidente Mattarella “abbiamo indicato il nome che al meglio può portare avanti il contratto di governo che a breve firmeremo” con la Lega, “ovviamente obiettivo era ed è migliorare la vita degli italiani”. “Il nostro, qualora il presidente della Repubblica valuterà il nostro nome, sarà – ha aggiunto il leader M5S – un governo politico che metterà al centro le questioni politiche”. Nel programma di governo “ci sono le nostre grandi battaglie storiche, ci sono le 5 stelle. Abbiamo tanto da fare e tanto da realizzare e come capo politico” del M5S “ho lavorato notte e giorno in questi 80 giorni” per questo. La famosa (e fumosa) Terza Repubblica. “Almeno fateci prima partire…”, commenta poi Di Maio a proposito delle critiche della stampa estera al governo Lega-M5S. “Nei prossimi giorni e settimane speriamo si possa iniziare un nuovo percorso”, sono passati “80 giorni ma ne è valsa la pena prendere tempo, perché finalmente adesso nasce la Terza Repubblica”, ha concluso.
Poi è toccata la parola al socio Salvini: “Conto che oggi sia l’ultimo passaggio, noi ci siamo – ha spiegato il leader leghista al termine delle consultazioni -, siamo pronti, abbiamo fatto il nome e abbiamo già una squadra chiara. Non vediamo l’ora di partire per far crescere l’economia del Paese”. “Siamo pronti a partire – ha aggiunto – nessuno ha niente da temere, anzi”.
Salvini e le critiche estere. Qualcuno all’estero cambi prospettiva. Il nostro sarà un governo di speranza e di futuro, ma non remissivo”. Come già prima di lui Di Maio, che ha ripetuto più volte l’aggettivo ‘politico’ riferito a Conte, anche Savini si affretta a difendere la scelta del candidato: “Tutti i premier sono politici”, ha risposto a chi gli chiedeva se Giuseppe Conte fosse un premier tecnico.

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E i gazebo? E la piattaforma on line? Curioso questo invocare la politica da parte di Di Maio e Salvini. Perché Conte è semmai un tecnico. E per una volta ha ragione anche il reggente del Pd, Martina a sottolineare:”Per anni hanno sparso falsità sui tecnici non nominati dal popolo, ora si accomodano nella realtà. Che almeno questo serva a non fare altri danni verso il Paese raccontando ancora queste bugie”. Ancora più dura Mariastella Gelmini di Forza Italia: “Gli elettori gialloverdi o gli italiani conoscono Conte? L’hanno mai visto in faccia? Hai mai udito la sua voce? Lo hanno mai votato? Perché Conte non è stato sottoposto al voto della piattaforma Rousseau o al giudizio dei leghisti nei gazebo?”, ha scritto su Facebook, sottolineando di non vedere differenze tra questa nomina e quella di Monti. L’Italia potrebbe tornare, dunque, ad avere un presidente del Consiglio non parlamentare: qualora Giuseppe Conte, professore di diritto, fosse incaricato come premier dal Capo dello Stato, sarebbe la sesta volta nella storia repubblicana che a occupare Palazzo Chigi si ritroverebbe un tecnico o un professore che non è stato eletto in precedenza dai cittadini come deputato o senatore. Sulla scia di Ciampi, Dini, Monti, Amato e Renzi.

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