Più grande dell'Italia, della Francia, del Regno Unito: è lo "Stato" dei "fuggitivi"
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Più grande dell'Italia, della Francia, del Regno Unito: è lo "Stato" dei "fuggitivi"

L'Unhcr ha esortato i leader mondiali a intensificare gli sforzi per promuovere la pace e la cooperazione, al fine di invertire la tendenza che vede crescere il numero in fuga da violenza e persecuzione

Migranti a Lesbo
Migranti a Lesbo
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Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

18 Giugno 2021 - 15.14


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Se fosse uno Stato, sarebbe il ventesimo più popoloso al mondo: prima del Regno Unito, della Francia, dell’Italia, della Spagna, del Sudafrica… E’ lo Stato dei “fuggitivi”: rifugiati, migranti, profughi. Uno “Stato” che cresce anche ai tempi della pandemia.

Fuga senza fine

L’Unhcr, l’Agenzia Onu per i Rifugiati, esorta oggi i leader mondiali a intensificare gli sforzi per promuovere la pace, la stabilità e la cooperazione, al fine di fermare e iniziare a invertire la tendenza che vede crescere il numero di persone costrette alla fuga da violenza e persecuzione da quasi dieci anni. 
Nonostante la pandemia, nel 2020 il numero di persone in fuga da guerre, violenze, persecuzioni e violazioni dei diritti umani è salito a quasi 82,4 milioni, secondo l’ultimo rapporto annuale Globa Trends  dell’Unhcr pubblicato oggi a Ginevra. Si tratta di un aumento del quattro per cento rispetto alla cifra record di 79,5 milioni di persone in fuga toccata alla fine del 2019.
Il rapporto mostra che alla fine del 2020 c’erano 20,7 milioni di rifugiati sotto mandato Unhcr, 5,7 milioni di rifugiati palestinesi e 3,9 milioni di venezuelani fuggiti all’estero. 48 milioni di persone erano sfollati all’interno dei loro paesi. Altri 4,1 milioni erano richiedenti asilo. Questi numeri ci dicono che nonostante la pandemia e l’appello per un cessate il fuoco globale, i conflitti hanno continuato a costringere le persone ad abbandonare le proprie case. 

Persone, non numeri

“Dietro ogni numero c’è una persona costretta a lasciare la propria casa e una storia di fuga, di espropriazione e sofferenza. Meritano la nostra attenzione e il nostro sostegno non solo con gli aiuti umanitari, ma con soluzioni alla loro situazione”, afferma l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi.

“La Convenzione sui Rifugiati del 1951 e il Global Compact sui Rifugiati forniscono il quadro giuridico e gli strumenti per rispondere ai movimenti forzati di popolazioni, ma abbiamo bisogno di una volontà politica assai più decisa per affrontare, in primo luogo, i conflitti e le persecuzioni che costringono le persone a fuggire”, ha continuato.

Le ragazze ed i ragazzi sotto i 18 anni rappresentano il 42% di tutte le persone costrette alla fuga. Sono particolarmente vulnerabili, specialmente quando le crisi continuano per anni. Nuove stime dell’Unhcr mostrano che quasi un milione di bambini sono nati rifugiati tra il 2018 e il 2020. Molti di loro potrebbero rimanere rifugiati ancora per molti anni.

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“La tragedia di così tanti bambini che nascono in esilio dovrebbe essere una ragione sufficiente per adoperarsi molto di più per prevenire e porre fine ai conflitti e alla violenza”, ha detto Grandi.
Frontiere sbarrate

Il rapporto rileva anche come al picco della pandemia nel 2020, oltre 160 paesi avevano chiuso le loro frontiere, con 99 Stati che non facevano eccezioni per le persone in cerca di protezione. Eppure, con misure adeguate – come screening medici alle frontiere, certificazione sanitaria o quarantena temporanea all’arrivo, procedure di registrazione semplificate e colloqui a distanza – sempre più paesi hanno trovato il modo di garantire l’accesso all’asilo cercando, allo stesso tempo, di arginare la diffusione della pandemia.

Mentre la gente continuava a fuggire varcando i confini, altri milioni di persone sono state costrette alla fuga all’interno dei loro stessi paesi. Alimentato soprattutto dalle crisi in Etiopia, Sudan, paesi del Sahel, Mozambico, Yemen, Afghanistan e Colombia, il numero di sfollati interni è aumentato di oltre 2,3 milioni.

Nel corso del 2020, circa 3,2 milioni di sfollati interni e solo 251.000 rifugiati sono tornati alle loro case – un calo rispettivamente del 40 e del 21 per cento rispetto al 2019. Altri 33.800 rifugiati sono stati naturalizzati dai loro paesi d’asilo. Il reinsediamento dei rifugiati ha registrato un crollo drastico – l’anno scorso sono stati reinsediati solo 34.400 rifugiati, il livello più basso in 20 anni – una conseguenza del numero ridotto di posti messi a disposizione dagli Stati per il reinsediamento e della pandemia.

“Per trovare soluzioni adeguate occorre che i leader globali e le persone influenti mettano da parte le loro differenze, pongano fine a un approccio egoistico alla politica e si concentrino piuttosto sulla prevenzione e sulla risoluzione dei conflitti e sul rispetto dei diritti umani”, sottolinea ancora  Grandi.

Global Trends 2020 – dati chiave:

  • 82,4 milioni di persone costrette alla fuga a livello globale (79,5 milioni nel 2019) – aumento del 4 per cento
  • 26,4 milioni di rifugiati (26,0 milioni nel 2019) tra cui:
  • 20,7 milioni di rifugiati sotto il mandato dell’UNHCR (20,4 milioni nel 2019)
  • 5,7 milioni di rifugiati palestinesi sotto il mandato dell’Unrwa (5,6 milioni nel 2019)
  • 48,0 milioni di sfollati interni (45,7 milioni nel 2019)
  • 4,1 milioni di richiedenti asilo (4,1 milioni nel 2019)
  • 3,9 milioni di venezuelani fuggiti all’estero (3,6 milioni nel 2019) 
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– Il 2020 è il nono anno di aumento ininterrotto dei movimenti forzati nel mondo. Oggi, l’uno per cento della popolazione mondiale è in fuga e ci sono il doppio delle persone costrette ad abbandonare le proprie case rispetto al 2011, quando il totale era poco meno di 40 milioni.

– Più di due terzi di tutte le persone che sono fuggite all’estero provengono da soli cinque paesi: Siria (6,7 milioni), Venezuela (4,0 milioni), Afghanistan (2,6 milioni), Sud Sudan (2,2 milioni) e Myanmar (1,1 milioni).

– La stragrande maggioranza dei rifugiati del mondo – quasi nove rifugiati su dieci (86%) – sono ospitati da paesi vicini alle aree di crisi e da paesi a basso e medio reddito. I paesi meno sviluppati hanno dato asilo al 27% del totale.

– Per il settimo anno consecutivo, la Turchia ha ospitato il numero più alto di rifugiati a livello mondiale (3,7 milioni di rifugiati), seguita da Colombia (1,7 milioni, compresi i venezuelani fuggiti all’estero), Pakistan (1,4 milioni), Uganda (1,4 milioni) e Germania (1,2 milioni).

– Le domande di asilo in attesa a livello globale sono rimaste ai livelli del 2019 (4,1 milioni), ma gli Stati e l’Unhcr hanno registrato collettivamente circa 1,3 milioni di domande di asilo individuali, un milione in meno rispetto al 2019 (43% in meno).

 

Documento congiunto

Consiglio d’Europa e Agenzia dell’Ue per i diritti fondamentali (Fra) insieme stanno preparando una pubblicazione su “Standard europei sui ricorsi legali, meccanismi di denuncia e indagini efficaci alle frontiere”. Il documento servirà per “definire gli standard dei diritti umani, derivanti sia dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo che dal diritto dell’Ue”, spiega una nota del Consiglio nella Giornata mondiale del rifugiato. Il testo indicherà anche le strade da percorrere efficacemente in caso di violazioni, oltre che i meccanismi di denuncia e gli obblighi di indagini su presunte violazioni. “Ci auguriamo che questo strumento consenta agli Stati membri di accedere a una panoramica completa degli standard europei” nel momento critico in cui migranti, rifugiati e richiedenti asilo attraversano le frontiere, ha auspicato lo speciale rappresentante del segretario generale per la migrazione e i rifugiati, Drahoslav Štefánek. Per il direttore della Agenzia Ue Michael O’Flaherty, “ognuno ha diritto a un ricorso effettivo e a un processo equo” e i Paesi devono “garantire l’accesso alla giustizia per le persone i cui diritti sono stati violati”. Le due istituzioni hanno già pubblicato un precedente documento su “Diritti fondamentali dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti alle frontiere europee”.

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La situazione in Italia. Realtà e fake

Nei primi cinque mesi del 2021 sono sbarcate in Italia 14.655 persone, un aumento del 181% rispetto allo stesso periodo del 2020, quando arrivarono circa 5.200 persone.

Negli ultimi tre anni, solo a luglio 2020 c’era stato un numero di arrivi maggiore di quello di maggio 2021. Il trend è quindi in netta crescita, anche se siamo ancora molto lontani dai numeri del triennio 2014-2017, quando arrivavano 15-20 mila persone al mese.

Tra i paesi di provenienza dei primi cinque mesi del 2021 spicca il Bangladesh (2.500 persone, il 17% degli arrivi) che dopo molti mesi supera la Tunisia, seguita da Costa d’Avorio, Eritrea, Guinea, Egitto, Sudan, Marocco, Mali, Algeria. Quanto al genere e all’età delle persone sbarcate, il 68% delle persone arrivate sulle coste italiane nel 2021 è di sesso maschile, le donne sono il 10%, i minori il 22% – in buona parte minori non accompagnati. Nel 2021 sono in crescita gli arrivi di minori, diminuisce quindi la percentuale di uomini adulti che negli anni precedenti era sempre stata superiore al 75%.

E questa sarebbe un’”invasione”?

 

 

 

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