I curdi difendono Afrin: colpito un carrarmato, uccisi sette soldati turchi
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I curdi difendono Afrin: colpito un carrarmato, uccisi sette soldati turchi

Cinque militari uccisi nell'attacco al carro armato sul quale si trovavano, a nord est della regione di Afrin. La Turchia dice di avere distrutto postazioni e depositi curdi

Soldati turchi impegnati nell'offensiva 'ramoscello d'ulivo'
Soldati turchi impegnati nell'offensiva 'ramoscello d'ulivo'
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globalist Modifica articolo

4 Febbraio 2018 - 11.01


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Sette soldati turchi sono stati uccisi sabato nel nord della Siria, tra cui cinque nell’attacco a un carro armato, durante l’operazione contro i combattenti curdi sostenuti dagli Stati Uniti.
Si tratta del bilancio giornaliero più pesante l’esercito turco dall’inizio dell’offensiva, soprannominata “ramoscello d’ulivo”, condotta con l’aiuto di ribelli siriani filo Ankara tra i quali ci sono molti jihadisti provenienti da Al Qaeda.
I cinque soldati erano tutti in un carro armato quando il mezzo blindato è stato colpito, nel nord-est della regione di Afrin, ha reso noto l’Esercito turco.
Altri due militari sono morti in distinti episodi nell zone frontaliere.
L’esercito turco ha comunque affermato di avere distrutto, con attacchi aerei, rifugi e depositi di armi.
Dall’inizio dell’offensiva ”ramoscello d’ulivo” sono morti 14 soldati turchi.
La Turchia avverte gli Usa: rischio di scontri a Manbij
La Turchia ha minacciato oggi di espandere la sua operazione contro le milizie curde in Siria fino alla città di Manbij e anche a Est dell’Eufrate, avvertendo che i soldati americani nell’area rischiano di essere presi di mira se indosseranno l’uniforme nemica.
La Turchia, il 20 gennaio scorso, ha lanciato l’operazione “Ramoscello d’Ulivo” nella regione siriana settentrionale di Afrin, combattendo le milizie delle Unità di protezione del popolo curdo siriano (Ypg) che Ankara considera un gruppo terroristico. Lo Ypg è un alleato chiave di Washington nella battaglia contro i jihadisti dell’Isis.
“Se loro (i membri dello Ypg) non si ritirano da Manbij, allora andremo a Manbij, andremo a Est dell’Eufrate”, ha detto il vice primo ministro Bekir Bozdag alla Cnn-Turk.
Le truppe americane non hanno una presenza dentro e intorno ad Afrin, ma sono presenti a Manbij e ad Est dell’Eufrate, dove hanno assistito le unità Ypg nella lotta contro l’Isis. Bozdag ha sottolineato che la Turchia non vuole alcun confronto con le truppe americane ma ha detto che i soldati statunitensi rischiano di essere coinvolti negli scontri se indosseranno le uniformi dello Ypg.
Si tratta di un riferimento alle immagini, circolate in passato, delle truppe americane nel Nord della Siria con insegne delle Unità di protezione del popolo curdo. “Non vogliamo affatto uno scontro con gli Stati Uniti a Manbij, nell’Est dell’Eufrate o in qualsiasi altro luogo”, ha detto Bozdag. “Ma gli Stati Uniti devono essere consapevoli della sensibilità della Turchia: se i soldati Usa indossano uniformi terroristiche o sono tra i terroristi in caso di un attacco contro l’esercito, non ci sarà la possibilità di fare una distinzione”, ha detto. “Se vengono contro di noi con una simile uniforme, li vedremo come… terroristi”.

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