Una scritta su una banconota fa riaprire le indagini su una bambina scomparsa 19 anni fa
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Una scritta su una banconota fa riaprire le indagini su una bambina scomparsa 19 anni fa

Mikelle Niggs, 11 anni, scomparve mentre passeggiava in bici. Su un biglietto di un dollari trovato un appello, 'sono via' che per gli inquirenti è credibile, non per i familiari

La banconota con la scritta 'sono viva' e Mikelle Biggs
La banconota con la scritta 'sono viva' e Mikelle Biggs
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23 Marzo 2018 - 10.39


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E’ solo un nome nel lunghissimo elenco dei ragazzi che, ogni anno, da moltissimi anni, in America vengono inghiottiti nel nulla. Vittime di qualcuno o più spesso delle loro incertezze, dei dubbi che li divorano, dall’evaporare delle loro certezze.

Mikelle Biggs è uno di questi nomi, è quello di una allora bambina di undici anni di cui si sono perse le tracce da quando, la mattina del 2 gennaio del 1999, scomparve mentre giocava davanti alla sua abitazione, a Mesa, in Arizona.

La denuncia, il dolore dei genitor, una attesa interminabile, poi, col tempo, la rassegnazione.
Ma ora si è riaperta la fiammella, esile, della speranza, da quando è stato trovata una banconoa da un dollaro, su cui qualcuno ha letto una frase, scritta a penna: ”My name is Mikel Biggs, kidnapped from Mesa, Arizona. I am alive”.
Un esile indizio, che ha comunque spinto le autorità americane a riaprire il caso che, solo formalmente, non era stato archiviato.

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A trovare la banconota con la scritta è stato un uomo di Neenah (Wisconsin) che aveva accompagnato le figlie, due scout, alla tradizioale vendita dei biscotti fatti in casa con cui l’organizzazione di autofinanzia. Quando si è trovato il biglietto di un dollaro in mano ha visto la scritta e, soprattutto dopo avere letto quel ‘kidnapped’, ha deciso di portarlo alla polizia locale.
La banconota è stata, come naturale, verificata e controllata, risultando essere stata emessa nel 2009, ovvero dieci anni dopo la sparizione della bambina.
Gli investigatori, dopo le naturali perplessità e cautele iniziali, hanno comunque ritenuto credibile la traccia, nonostante l’errata grafia del nome (”Mikel” e non ”Mikelle”, come avrebbe dovuto essere scritto).
La banconota, per quello che questo elemento possa valere, è stata trovata ad oltre 1.400 chilometri dal luogo della sparizione. Gli investigatori analizzeranno la grafia con cui è stato scritto il messaggio, nell’eventualità che possa servire ad una comparazione.
La cronaca di quel 2 gennaio di 19 anni fa, racconta che Mikelle scomparve dopo avere visto un furgone che vendeva caramelle parcheggiato sullo stesso marciapiede su cui stava facendo una passeggiata in bicicletta.
I genitori si accorsero immediaamente della sua sparizione e, andati in strada, trovarono la bici della bambina a terra, accanto a delle monete. Nessuno disse di avere visto qualcosa o qualcuno; nessuno ha mai fatto ammissioni; nessuno è riuscito a dare anche una flebile speranza.
Dopo l’apertura delle indagini sulla sparizione di Mikelle, gli inquirenti hanno controllato dozzine di camion di ‘street food’ (caratteristici in Nord America, vendono cibo per strada) verificando testimonianze ed alibi di una ventina di persone, ma senza ottenere nulla, in termini di risconri probatori.
I familiari di Mikelle, però, non si fanno illusioni. Per la sorella Kimber, l’ultima ad avere visto Mikelle, non c’è molto da sperare, per lei è una ”falsa pista”.

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