Fino a pochi giorni orsono questi ruderi si chiamavano Afrin
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Fino a pochi giorni orsono questi ruderi si chiamavano Afrin

Nel silenzio internazionale continua l'occupazione della città a maggioranza curda da parte di jihatisti e militari turchi

Macerie ad Afrin
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25 Marzo 2018 - 10.37


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I jihadisti al soldo di Ankara e i militari turchi sono entrati nella città del nord della Siria a maggioranza curda dopo un’invasione militare avvenuta con il silenzio-assenso di tutti, a cominciare dai russi che hanno ritirato i militari presenti nella zona dando così un implicito via libera al Sultano per la sedicente operazione ‘ramoscello dl’ulivo’ che di pace non aveva nulla.

Erdogan si è vantato di aver neutralizzato (ucciso, ferito o fatto prigioniero) quasi 4 mila ‘terroristi’ mentre le milizie Ypg (assai inferiori numericamente rispetto a uno dei più potenti eserciti della Nato) si sono ritirate promettendo il ritorno alla guerriglia.
Restano le devastazioni, le morti, i saccheggi e le violenze.
Resta il silenzio. In attesa che un giorno le speranze di un popolo che vuole pace e democrazia non siano vanificate.

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