Chiude i battenti il Gay Pride in Libano. L'organizzatore rischia il carcere
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Chiude i battenti il Gay Pride in Libano. L'organizzatore rischia il carcere

L'unico Pride del mondo arabo è finito nelle stanze di un commissariato. Il responsabile della manifestazione, Hadi Damien, ha subito un vero e proprio abuso di potere. Fermati gli eventi

Il Beirut Pride
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16 Maggio 2018 - 17.54


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Fine. Stop.  Chiude i battenti il Gay Pride libanese, l’unico di tutto il Medio Oriente: la settimana dell’orgoglio omosessuale iniziata sabato scorso è stata interrotta per ordine delle autorità locali, dopo l’arresto dell’organizzatore, Hadi Damien. Quanto è accaduto è oltre la vergogna e l’abuso di potere.
Damien è stato portato in un commissariato dove gli è stato chiesto di firmare un impegno a sospendere tutti gli eventi in cambio del rilascio.A far scattare il provvedimento sarebbe stata la lettura di un testo teatrale sui reati omofobici, lunedì sera, che non era stata comunicata preventivamente alla Commissione per la censura. Lo scorso anno il Libano era diventato il primo Paese arabo a tenere una settimana di Gay Pride. Il Beirut Pride si era aperto sabato e prevedeva in totale nove giornate di eventi culturali, letture e incontri. Il Paese dei cedri è fra i più tolleranti del mondo arabo verso la comunità Lgbt, anche se occasionalmente gli omosessuali subiscono ancora discriminazioni e aggressioni e il codice penale punisce fino a un anno di carcere i “rapporti sessuali contro natura”. 

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