Vi ricordate Fiorenzo Fiorentini?

Il memorial alla sala del Carroccio in Campidoglio del grande attore scomparso nel 2003, con la presenza di Francesco Rutelli

Vi ricordate Fiorenzo Fiorentini?
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Piero Montanari Modifica articolo

30 Maggio 2011 - 13.04


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di Piero Montanari

“Ritratti” è un programma di Rai3 che va in onda da molti anni e si occupa di personaggi che hanno fatto la storia del cinema, dello spettacolo, della tv o dello sport, spesso non ricordati come dovrebbero, o il più delle volte abbandonati tra le nebbie melmose dell’oblio, in questo Paese dalla memoria ipotrofica.

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A “Ritratti”, bontà di Giancarlo Governi che ne è l’autore con lo scomparso Leoncarlo Settimelli, partecipo come musicista e la frequentazione con i miei amici autori mi ha fortemente sensibilizzato riguardo i personaggi dimenticati di cui sopra. Tant’è che, come ho saputo che ci sarebbe stato, nella sala del Carroccio in Campidoglio, un memorial su Fiorenzo Fiorentini, ho voluto partecipare.
Ho incontrato, tra i tanti ospiti, sua moglie Lilla, attrice bravissima, che ha ricordato il loro primo incontro, il suo biografo che, a causa della balbuzie dell’attore romano, ha messo un tempo infinito per sbobinare il nastro dove erano raccolte le sue memorie.

Conoscevo Fiorentini da bambino, quando, nella storica trasmissione radiofonica Radio Campidoglio diretta da Giovanni Gigliozzi dal 1947 al 1952, e poi Campo de’ fiori, faceva uno straordinario personaggio “er Sor du’ fodere”, che invitava tutti a “pijà ‘n foijo e scrive a radio Campidoijo,” sul quale foijo potevi lamentarti di quello che ti pareva, straordinario prodromo di radio interattiva.

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Paroliere (scrisse con Jannacci il successo “Vengo anch’io…no tu no!”, ma anche “Cento campane”, sigla dello storico sceneggiato “Il segno del comando” ) attore di varietà e di teatro, ma proveniente dall’avanspettacolo, Fiorenzo Fiorentini viene ricordato soprattutto per le sue partecipazioni al cinema, spesso in ruoli secondari, ma fortemente caratterizzati dalla sua bravura: ladruncolo romano, regazzetto di comitiva, personaggio comico e divertente, in quel cinema degli anni ’50 e ’60 che ricalcava la scia del Neorealismo e faceva nascere la Commedia italiana.

Magrissimo, con la faccia affilata e gli occhi sporgenti, la bocca serrata e la recitazione essenziale, davvero fortemente balbuziente ma miracoloso e perfetto “fine dicitore” quando si calava nella parte (ci sarebbe da studiare questa curiosità) Fiorenzo Fiorentini, è il degno erede della comicità di Petrolini, anzi, come spesso hanno molti affermato, lui era Petrolini. Per anni ha interpretato il repertorio del grande attore romano, restituendocelo in una maniera personalissima ma sempre coerente.

Francesco Rutelli, ospite del memorial (l’attore, morto nel 2003 per un aneurisma cerebrale, avrebbe compiuto 90 anni) prendendo la parola ha detto – tra l’altro – una cosa assolutamente condivisibile: Fiorentini era grande ma, come molti grandi non lo sapeva, o forse non gli importava più di molto. La sua umiltà e l’uso basso del suo profilo non gli hanno consentito di emergere come avrebbe dovuto, di essere annoverato tra i più grandi dello spettacolo italiano, di avere, se non in casi rarissimi, la parte che gli competeva, quella del protagonista.

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