di Giovanna Cocco
Da bambina la festa che ritenevo piu’ buffa e originale era il 2 novembre.
A casa mia era un rito irrinunciabile, portato avanti, tra sacro e profano, da mia nonna Pietruccia Sanna Falzoi, orgogliosa ozierese.
Il giorno precedente si puliva casa con accuratezza perche’ il 2 novembre non si sarebbe neanche potuto spazzare o sbattere i tappeti, in quanto “tutti i Morti” che ci venivano a far visita potevano inciampare nelle scope o impolverarsi, poi si cucinavano, con molto amore, tutti i cibi che i nostri morti prediligevano in vita.
La notte, dopo cena, si preparava la tavola con la tovaglia piu’ bella, bianca e finemente ricamata, i piatti delle feste, i bicchieri e finalmente tutte le pietanze,la pasta, la carne, i dolci, il vino ed il caffe’, la frutta fresca e secca ma mai andavano messe le posate perche’ “i nostri morti potevano farsi male”.
Tutte queste leccornie poi, le avremo mangiate a pranzo, il 2 novembre, con gli zii le zie ed i cugini.
Ogni anno seguivo mia nonna come un’ombra, nei suoi preparativi, benche’ conoscessi a memoria il rito, perche’ lo vivevo come una favola misteriosa ed affascinante, immaginando danze notturne e banchetti festosi dei cari che non c’erano piu’.
Era, insomma, un modo tenero e romantico di ricordarli.
Lo è ancora, in realtà, perche’ nonostante i miei 52 anni, continuo a portare aventi la tradizione di Famiglia.
Quando i miei figli erano piccoli e mi aiutavano divertiti ed incuriositi nella preparazione della tavola, raccontavo loro aneddoti dei nostri defunti, era un modo di vivere la morte come fatto naturale, oltrepassare il dolore e ricordarli, nel bene e nel male.
Quando mi si chiede “mamma cosa prepari quest’anno per la cena dei morti?” provo un sentimento di tenerezza misto a nostalgia….per chi non c’è piu’, per tutto l’amore che ho ricevuto, per gli insegnamenti avuti, per le sgridate e le punizioni, per la vita che “con i miei morti” ho vissuto.
Questo è il mio modo di ricordarli.
Questa è la mia Halloween, ed i miei figli, ne son certa, porteranno avanti questa tradizione perche’ “i Morti vivono nei nostri cuori”
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