L’uomo da tutti conosciuto come il Re del contrabbando, Ciro Mazzarella, si racconta nel libro – intervista Lo Spallone, scritto da Fabrizio Capecelatro. Il mondo del crimine è ovviamente il tema centrale, partendo dalla Guerra Fredda, passando per la vecchia e la nuova camorra, fino al ritorno delle sigarette illegali.
Il booktrailer:Criminalità, multinazionali e Guerra Fredda, nuova e vecchia camorra, il ritorno delle sigarette illegali: Ciro Mazzarella, il re del contrabbando, si racconta in un libro-intervista. In libreria Lo Spallone di Fabrizio Capecelatro (Mursia).
«Non appena caduto il Muro di Berlino il contrabbando ha iniziato a finire per mancanza di sigarette. A quel punto non c’era più la necessità da parte delle multinazionali americane, e anche dello Stato, di realizzare fondi neri. Tutta la sovrastruttura illegale del contrabbando, creata durante la Guerra Fredda non serviva più, e di fatto venne smantellata, ma le persone che la componevano a quel punto hanno continuato a lavorare in proprio», è uno dei passaggi del libro-intervista Lo spallone di Fabrizio Capecelatro (Mursia, pagg. 118; euro 14. Prefazione di Peter Gomez) in cui Ciro Mazzarella, il re del contrabbando, si racconta aprendo uno squarcio inedito sul mercato illegale delle sigarette e i rapporti con le multinazional.
Un libro in cui si respira «sangue tabacco e polvere da sparo» come scrive Peter Gomez nella prefazione e, che attraverso il racconto di o’ Scellone, ovvero lo Spallone – il soprannome di Mazzarella – illumina la zona grigia in cui il confine tra legale e illegale si fa indistinto fino a sparire.
«La tesi che sostiene Mazzarella ci obbliga a rileggere sotto una nuova luce tutto il fenomeno del contrabbando che, probabilmente, è stato il primo terreno in cui interessi illegali e ragion di Stato hanno fatto un patto», dice Fabrizio Capecelatro.
Mazzarella racconta i suoi inizi nell’immediato Dopoguerra con il traffico di materiale dismesso dagli Americani, il riformatorio, le prime attività nel traffico di benzina e gasolio, per passare quindi al «mestiere delle sigarette» praticato già da suo padre. Con la prima “paranza”, una sorta di società tra contrabbandieri, negli anni Sessanta Lo Spallone dimostra le sue capacità imprenditoriali: acquista una piccola nave e comincia ad acquistare in proprio. È l’inizio di un’ascesa che lo porterà alla costruzione di un vero e proprio impero illegale: 200 miliardi di lire di giro d’affari, per un profitto netto di oltre 6 miliardi mensili, secondo la commissione d’inchiesta parlamentare del 1996. La storia di Mazzarella – che dopo la caduta del Muro di Berlino esporta il suo impero in Svizzera progettando di aprire un marchio di tabacchi legale – si incrocia inevitabilmente con la guerra di camorra, con il patto con Cosa nostra e l’avvento dei colletti bianchi e della finanza criminale. Ferito in un attentato nel 1981, arrestato più volte, mai pentito, Mazzarella vive oggi in regime di sorveglianza speciale nella sua casa di Napoli, rifiuta l’epiteto di boss di camorra con il quale lo indicano i magistrati e riserva per se quello di “guappo”, portatore di valori che non coincidono con quelli dello Stato che, dice, «Non ho mai creduto potessero essere migliori dei miei». Nel libro di Capecelatro la storia dello Spallone scorre in parallelo a quella del contrabbando che sta conoscendo negli ultimi anni una nuova fortuna: a livello mondiale sono circa 660 miliardi le sigarette illegali in circolazione, di fatto la terza azienda del settore. Nella sola Italia il 10% delle sigarette è illegale, con un danno stimato di oltre 2 miliardi di euro annui per le casse dello Stato. Crisi economica, inasprimento delle norme per la vendita ai minori, incremento della tassazione sui tabacchi lavorati sono le principali cause della ripresa. Con il fenomeno del contrabbando tradizionale cresce anche quello delle sigarette contraffatte (secondo la Philip Morris International l’80% delle sigarette sequestrate è contraffatto) che arrivano dalla Cina via Dubai per poi transitare dai porti del Tirreno, dello Ionio e dell’Adriatico verso i Paesi in cui prezzo e tassazione sono più alti. Perché come spiega lo Spallone a Capecelatro : «Dopo il petrolio, sono le sigarette a far girare l’economia mondiale: in fumo si bruciano un sacco di soldi».
Fabrizio Capecelatro, giornalista, è content supervisor di NanoPress, una delle più dinamiche e promettenti realtà operanti sul web, e collabora con alcune importanti testate nazionali, tra cui «il Giornale». Conduce Dietro i fatti, un programma di approfondimento giornalistico, su Vanilla Radio.