Il prossimo 7 dicembre sarà Riccardo Chailly a dirigere al Teatro alla Scala di Milano la versione originale del 1904 di “Madama Butterfly”, riportando dopo 33 anni un’opera di Giacomo Puccini ad inaugurare la stagione del Piermarini. Una versione che il direttore d’orchestra ha spiegato essere “molto più ampia, il primo atto ha una quantità importante di musica in più e anche il senso così profondamente tragico dell’ultima scena dell’opera, in cui l’intermezzo che precede il suicidio è ancora più ampio e più profondamente drammatico”.
Il cast della Prima è composto dal baritono spagnolo Carlos Álvarez nei panni di Sharpless, dal soprano uruguayano Maria José Siri in quelle di Cio-Cio-San, e dal tenore statunitense Bryan Hymel ad interpretare Pinkerton, mentre Suzuky avrà la voce della mezzosoprano bresciana Annalisa Stroppa.
A curare la regia dell’opera pucciniana, Alvis Hermanis, che ha spiegato di aver avuto come riferimenti per l’interpretazione e la gestualità dei cantanti, il teatro giapponese kabuki e per i costumi e l’impianto scenico le opere della pittura classica nipponica”, sottolineando che Madama Butterfly “è una tragedia giapponese che è una storia universale sulle debolezze umane”.
Una Prima che torna alle origini, alla versione del 17 febbraio 1904, esordio infelice che precedette invece le successive rappresentazioni portate in scena da Puccini fino al 1920 e che possiede molti riferimenti all’attualità. “Si mette in scena una storia di colonialismo internazionale e di rapporti di forza tra uomini e donne ancora attuali. Quando ho conosciuto il risultato delle elezioni Usa non ero contento di dover rappresentare l’ambasciatore degli Stati Uniti” racconta Carlos Álvarez, “È una versione aspra, ma Puccini diede un’idea nuova e 112 anni dopo questa sarà la rivincita della sua prima”.