Michelangelo era mancino, usava la destra per colpa dei pregiudizi
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Michelangelo era mancino, usava la destra per colpa dei pregiudizi

Questi nuovi indizi confermano quanto riportato nella biografia di un assistente di Michelangelo, Raffaello da Montelupo

La mano sinistra di Michelangelo colpita dall'artrosi
La mano sinistra di Michelangelo colpita dall'artrosi
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9 Maggio 2018 - 12.08


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Michelangelo era mancino: sebbene si fosse esercitato fin da giovane a dipingere con la mano destra, continuava a usare la sinistra nelle azioni di forza come scolpire e cesellare. Lo indica lo studio pubblicato su Clinical Anatomy dall’esperto di medicina nell’arte Davide Lazzeri, che ha confrontato il tratto impresso nelle opere di Michelangelo con la recente scoperta della sua artrite alle mani e con l’autocaricatura ritrovata nel dipinto di Vittoria Colonna, dove si vede l’artista che dipinge con la destra.

Particolare delle mani di Michelangelo, colpite dall’artrosi (fonte: D. Lazzeri et al, Journal of the Royal Society of Medicine)

Questi nuovi indizi confermano quanto riportato nella biografia di un assistente di Michelangelo, Raffaello da Montelupo, in cui si racconta come il maestro rinascimentale fosse mancino naturale e provasse sempre a usare la mano destra, tranne che nelle azioni di forza. Le prove, spiega Lazzeri, “emergono dall’analisi del tratto dei disegni e dallo studio del 2016 in cui ho descritto l’artrite degenerativa che ha colpito la mano di Michelangelo, in particolare la mano sinistra come si evince dai quadri, usata per i lavori di forza come scolpire e cesellare.

Scoperto autoritratto di Michelangelo in un disegno

Altro elemento suggestivo è che Michelangelo in giovane età intaglia e incide un crocifisso per l’abbazia di Santo Spirito in cui l’iscrizione è dipinta da destra a sinistra, molto probabilmente perché all’epoca era ancora più abile con la mano sinistra nella pittura”. Il continuo celare la propria natura era dovuto ai pregiudizi che al tempo che colpivano i mancini. “Sicuramente questi pensieri erano ancora più forti per gli artisti che lavoravano a contatto con il clero”, conclude Lazzeri.

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