Non ci sono parole per commentare l’idiozia di un collezionista d’arte inglese, che probabilmente è solo attratto dal prestigio di possedere opere celebri e non coglie minimamente l’essenza di ciò che rende un gesto effettivamente un atto d’arte: la distruzione di Banksy del suo quadro dopo un’asta in cui era stato appena venduto tramite un tritadocumenti installato nella cornice rende il valore “la ragazza col palloncino” molto più alto, perché compiuto dall’artista, in una determinata circostanza; lo spazio e il tempo sono fondamentali nell’opera.
Quindi, prendere una copia (per altro rarissima) della stessa “ragazza col palloncino” e farla a pezzi per puro spirito di imitazione è un gesto barbaro, quasi criminale. Cercare di venderla, pensando che bastasse questo per triplicarne il valore, poi, fa scivolare il collezionista nella più pura imbecillità, dettata dall’avidità e dall’ignoranza. E ben gli sta la risposta del sito cui ha cercato di vendere la sua “opera”, MyArtBroker.com, che non solo ha rifiutato l’opera ma ha anche specificato che dal valore originale (già 40.000 sterline) si è scesi a “più o meno una sterlina”. Meno della carta straccia.