Una intervista a Vanity Fair nella quale anche il cantore giallorosso per eccellenza (forse più giallo che rosso) elogioa Salvini facendo una descrizione delle sue capacità di comunicare (e ci sta perché si tratta di una presa d’atto di un marketing politico che al momento sta funzionando) ma anche difendendo il ministro della Paura su una vicenda assai spinosa, come quella della Diciotti che vede i camerieri grillini pronti a salvare dal processo uno che ha abusato dei suoi poteri.
Così il cantante ha fatto la sua analisi su Salvini: “Parla il linguaggio dell’epoca in cui vive. La vera differenza che c’è tra destra e sinistra, nel 2019, è prima di tutto semantica. In questo tempo, devi avere il linguaggio del nostro tempo. Sarebbe interessante trovare un giovane uomo o donna di sinistra che abbia la capacità di comunicare con gli altri come fa Salvini. Sul tema dei migranti, non possiamo non dire che la politica di Minniti era più a “destra” di quella di Salvini. Cosa c’è di diverso? Il linguaggio. Perché Minniti non è stato eletto neanche nel suo collegio? Perché era un corpo estraneo, in un corpo già estraneo al Paese come è oggi il Pd. Non era l’incarnazione di un’idea. Era disorganico a una cosa già disorganica di per sé. Mentre Salvini è organico a tutto quel che dice. Lui muta. Mette una felpa della Polizia e diventa poliziotto. Ha una capacità di immedesimazione fenomenale. È credibile. E gli altri lo attaccano sul piano sbagliato: sulla Diciotti, la gente vede i risultati, e per la stessa Unione Europea, che pure ci ha attaccato a ripetizione, il caso Diciotti è chiuso. Salvini ha agito in nome di un superiore interesse nazionale, l’hanno capito tutti. Tutta Europa. In Italia invece siamo alla Procura X che manda un avviso di garanzia e in questa confusione di linguaggio e di poteri, alla fine, le ragioni di chi grida allo scandalo sono deboli, perdenti, inutili. Vuoi smontare un governo per l’alzata di scudi di una Procura? Dove pensi di andare?”.
Che dire? Chi è stato vittima di abusi di potere e vittima di condotte che – fino a prova contraria – sono reato, forse la pensa diversamente.
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