A prima vista può sembrare che Mogol, intervenuto sulla questione ‘Bella Ciao’ al concerto del Primo maggio, si sia schierato decisamente a favore della canzone partigiana. Ma, a ben vedere, ciò che il paroliere più famoso d’Italia sta dicendo è che cantare Bella Ciao e mantenere, in giro per l’Italia, i monumenti a Mussolini, sono la stessa cosa. Perché si tratta di storia: “‘Bella ciao’ è una canzone storica e fa parte della tradizione italiana, è il canto della Resistenza partigiana che non è certo una cosa negativa e io ho sempre pensato che tutto ciò che fa parte della storia non può far male a nessuno. Poi ognuno può avere le sue idee”.
“Anche quando fu abbattuta la statua di Mussolini non ero d’accordo perché anche quella faceva parte della storia, certo -tiene a precisare Mogol- la storia va ricordata ma se uno dice ‘Viva Mussolini’ ovviamente si configura un reato ed è una cosa ben diversa. Cantare ‘Bella ciao’ non la vedo una cosa negativa -prosegue Mogol- io non l’ho mai cantata e non appartengo a nessun partito ma, al di là dell’ideologia, è un canto che appartiene alla storia. Ormai si fa polemica su tutto, io sono per la libertà di pensiero e credo che non ci sia nulla di male a cantare ‘Bella ciao”’, conclude.
Mogol: 'Bella Ciao' è storia d'Italia, come lo è Mussolini; poi ognuno sceglie da che parte stare"
Il paroliere interviene sulla questione 'Bella Ciao' al primo maggio, paragonando la canzone dei partigiani ai monumenti per Mussolini: "sono entrambi storia"
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2 Maggio 2019 - 20.00
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