L'invettiva di Massini contro la burocrazia: "In Italia se fai qualcosa devi essere punito"
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L'invettiva di Massini contro la burocrazia: "In Italia se fai qualcosa devi essere punito"

Il monologo di Stefano Massini a Piazzapulita è dedicato alla macchina burocratica italiana, che rende impossibile lavorare

Stefano Massini
Stefano Massini
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20 Febbraio 2020 - 22.02


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Questa sera a Piazzapulita Stefano Massini racconta la storia di Max: “Arrivato alla mezza età  ha deciso di realizzare il suo sogno: lavorare il legno. Ha preso un affitto un fondo e ha aperto una falegnameria. Ma in Italia tra l’avere un’idea e realizzarla c’è di mezzo lo Stato, c’è di mezzo il principio guasto e marcio che se hai un’idea ti devo punire.

Inizia per Max un dedalo tra 30 enti diversi, che non dialogano tra loro. Il tutto moltiplicato da un fatto che mi lascia senza parole: lui, anche se lo chiamano Max, si chiama Massimiano, non Massimiliano, Massimiano. Provare ad aprire una falegnameria diventa un incubo: tutti i moduli diventano doppi, perché i correttori automatici cambiano il suo nome, gli impiegati sbagliano. E dopo 12.800 euro in bolli inutili, Max decide che non aprirà più la falegnameria.

Non te la prendere; sei uno dei tanti che in questo paese cercano di fare qualcosa e vengono puniti. Mi rivolgo a Papa Francesco: ci vuole un santo protettore per gli imprenditori cui vengono date mazzate alle gambe dallo Stato. Io propongo San Serapione di Alessandria: gli tagliarono un braccio, la gamba, un altro braccio, l’altra gamba, e lui continuava a predicare. Alla fine lo uccisero. È il ritratto dell’imprenditore italiano.

Lo Stato dovrebbe essere il primo motivatore di chi cerca di trovare lavoro. Questo è il paese della stasi, una condizione mentale per cui se non fai è meglio. L’Italia è un paese basato sul torpore.

Io me la prenderei con la politica: tutti quanti, dal Pd alla Lega, non avete mai fatto niente per il fatto che questo paese ha un disperato bisogno di essere semplificato, facendo finta di non vedere che si combatte una battaglia totalmente inutile. Allora sapete che c’è: quell’atto di sostegno che la politica dovrebbe fare e che schifosamente non fa lo faccio io: a te cui viene detto che è meglio che non ti esponi: io stasera ti faccio un applauso”

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