Sì alla rimozione di statue che esaltano figure protagoniste di fatti condannati dalla storia. Ma non con questi metodi.
“Credo che sia molto giusto interrogarsi su chi abbiamo deciso di celebrare nel corso della nostra Storia, e perché. Dopo l’assassinio di George Floyd abbiamo bisogno di dare un senso. I simboli sono lì, non li vediamo neanche più ma nei momenti più inaspettati tornano in primo piano”.
A intervenire così nel dibattito sui monumenti innescato dal movimento Black Lives Matter, con l’abbattimento di diverse statue, è Audrey Azoulay, direttrice generale dell’Unesco, in una intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera, dove aggiunge che “il dibattito è legittimo, ma io preferisco che le scelte siano collettive, democratiche, condivise, non affidate agli atti dei militanti, che pure hanno sempre accompagnato le lotte sociali. Altrimenti si rischia di contrapporre alla violenza un’altra violenza”.