A Presa Diretta va in onda un lungo reportage, su cui i giornalisti hanno iniziato a lavorare già dai mesi precedenti al lockdown, sui fondi della Lega e sul caso del capannone industriale di Cormano, pagato dalla Lombardia Film Commission, che ha portato all’arresto di tre commercialisti vicini alla Lega, Alberto Di Rubba, Andrea Manzoni e Michele Arturo Maria Scillieri.
Ed è proprio Scillieri che viene intercettato e a definire l’acquisto del capannone ‘una porcheria’. Scillieri non ha belle parole nemmeno per gli altriu due commercialisti, che vengono definiti senza mezzi termini dei ladri.
“Questi non mi devono scassare le balle, perché io di cose ne so, e vorrei tenermele per me e portarmele nella tomba, però se apro quel cassetto” diceva intercettato al suo interlocutore. In più passaggi farà capire di poter aprire il “cassetto della memoria” che creerebbe danni enormi ai commercialisti della Lega e al partito. “È una cosa diversa – dice Scillieri – che non ho mai detto”. Ed elenca come l’idraulico Baracchetti è diventato un imprenditore”. Poi sul Di Rubba-Manzoni aggiunge: “Loro su quella società hanno fatto 160mila euro di fatture fasulle. Questi sono dei mascalzoni che ti rubano la marmellata appena la tiri fuori. Perché io non so dove sono finiti i 49 milioni, ma molte cose le so”. Ma anche: “Ho imparato che gente sono, se non stai attento ti rubano il pezzo di carta. Hanno ciucciato una montagna di soldi alla Lega. Ma una montagna! Non ti dico i 49 milioni ma non siamo lontani sai? Te lo dico io, perché una parte li hanno mandati (…). Casualmente hanno costituito le leghe regionali e lì hanno dato dei soldi. Dieci milioni. Una parte li hanno mandati su e sono tornati indietro, li hanno cuccati”.
PresaDiretta, con la collaborazione dei giornalisti di inchiesta Stefano Vergine e Giovanni Tizian, ha seguito per mesi le inchieste delle Procure di Genova e di Milano sulle tracce dei 49 milioni della Lega, frutto di rimborsi elettorali percepiti irregolarmente e che secondo la Magistratura, vanno restituiti.
Al centro dell’inchiesta ci sono 311mila euro, frutto del 2×1000 (quindi soldi dei sostenitori) che sarebbero finiti nelle tasche di Di Rubba e Manzoni tramite la compravendita di una villa in Sardegna dove l’inviato di PresaDiretta si è recato.
Stando alla ricostruzione, la Lega girò parte dei quasi 1,5 milioni di euro ricevuti dai contribuenti sotto forma di 2 per mille (311mila euro) alla Barachetti Service srl. Quindi Barachetti, l’idraulico indagato per peculato nell’inchiesta sui fondi della Lega, acquistò la villa in questione da un altro fornitore di fiducia del Carroccio, Marzio Carrara, che non risulta indagato. Un terzo della somma (134mila euro) venne poi girata alla Studio Dea Consulting.
ESCLUSIVO#Presadiretta ha scoperto in Sardegna una villa la cui compravendita potrebbe far parte del “sistema” escogitato per occultare i 49 milioni di euro di rimborsi elettorali della #Lega Nord.
CACCIA AL TESORO lunedì alle 21.20 su #Rai3#49milioni pic.twitter.com/LVKQj57BSV— Presa Diretta (@Presa_Diretta) September 27, 2020