Una leggenda: è morto all’età di 83 anni Raoul Casadei.
Ricoverato all’ospedale Maurizio Bufalini di Cesena dopo essere stato contagiato dal coronavirus il musicista è morto nella mattinata di oggi.
Il re del liscio si era contagiato assieme alla maggior parte dei suoi famigliari. Raoul viveva al “recinto” di Villamarina di Cesenatico insieme alla moglie Pina, ai figli e ai nipoti. Il giorno del ricovero in ospedale, il 2 marzo scorso, era stata proprio la figlia Carolina a parlare delle condizioni del padre, spiegando era stato ricoverato dopo che la saturazione si era abbassata molto.
“Anche in considerazione dei suoi 83 anni compiuti il 15 agosto, i medici che sono venuti a casa a fargli l’ecografia ai polmoni e hanno visto che aveva un po’ di polmonite, ci hanno consigliato di ricoverarlo” aveva detto.
Purtroppo sono sopraggiunte le complicazioni che hanno portato alla morte del grande musicista.
La sua storia
Appassionato alla musica a solid sedici anni, quando lo zio Secondo, direttore della più famosa orchestra di liscio romagnolo (fondata da lui nel 1928), gli aveva regalato una chitarra, alla fine degli anni 50 i suoi primi spettacoli dell’Orchestra Casadei che dagli anni 60 diffonde la musica da ballo romagnola in tutta l’Italia eseguendo più di 365 concerti all’anno.
Nel 1971, dopo la morte dello zio Secondo, aveva preso in mano la conduzione dell’orchestra. Ciao Mare, Simpatia, La mazurka di periferia, Romagna e Sangiovese, Romagna Capitale, Tavola grande i suoi più grandi successi.
L’Orchestra Casadei, sulla cresta dell’onda, partecipa per la seconda volta al Festivalbar (1973), esordisce al Festival di Sanremo (1974) e a Un disco per l’Estate (1975). Compone le musiche di sigle televisive (fra cui E viene sabato, e poi domenica per la trasmissione Domenica In del 1977 e Rimini Rimini Rimini per l’edizione del 1991 della trasmissione Stasera mi butto) e di soap opera.
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