La Biennale di Venezia conferma uno sguardo al di là dell’eurocentrismo nella scelta di chi dirigerà la Biennale Architettura del 2023: il consiglio di amministrazione ha nominato curatrice Lesley Lokko della 18esima mostra del settore che si terrà ai Giardini e all’Arsenale dal 20 maggio al 26 novembre 2023.
Come informa l’ente veneziano, Lesley Lokko è architetta, docente di architettura e scrittrice ed è ghanese-scozzese. Una rappresentante di coloro che sono stati definiti “afropolitan” e che incrociano e vivono più culture. Già membro della giuria nella Biennale architettura 2021 da poco conclusa, l’architetta e narratrice (è anche autrice di romanzi) lavora in più continenti e su più piani. Prima di snocciolarvi il suo ricco curriculum e le dichiarazioni alla Biennale, riprendiamo dal sito dell’autorevole rivista di architettura Domus la sua spiegazione sui criteri “con cui ha scelto gli architetti selezionati per l’edizione 50 Architecture Firms pubblicata da Domus nel 2020”.
Le dichiarazioni di Lesley Lokko
Rileva dunque Lesley Lokko su Domus: “Nel continente africano vivono e lavorano essenzialmente tre tipi di architetti: quelli stranieri, che rientrano generalmente nel vasto quadro del settore di aiuti allo sviluppo, e sono spesso legati a committenti che appartengono a mondi lontani dalle condizioni e dai contesti in cui lavorano; architetti africani che si sono formati all’estero o che hanno un piede sia qui sia là. Infine, e sono la stragrande maggioranza, architetti di formazione locale, che competono con i primi e i secondi per uscire da un mondo fatto di nuovi centri commerciali, uffici per multinazionali e ricchi clienti privati, e affrontare quel genere di architettura pubblica, civile e su larga scala che i nostri governi o non sono disposti o sono incapaci di commissionare”.
Quanto aveva detto l’architetta dimostra uno sguardo sensibile ed esteso a ogni area del mondo. Il suo commento ufficiale alla nomina è il seguente: “”Si sta delineando un nuovo ordine mondiale, con nuovi centri di produzione e di controllo della conoscenza. Si stanno definendo anche nuove tipologie di pubblico, desiderose di narrazioni diverse, strumenti diversi e linguaggi diversi di spazio, forma e luogo. Dopo due degli anni più difficili e divisivi che la storia ricordi, noi architetti abbiamo un’occasione unica per mostrare al mondo quello che sappiamo fare meglio: proporre idee ambiziose e creative che ci aiutino a immaginare un più equo e ottimistico futuro in comune. Parlando a voi dal più giovane continente del mondo, ringrazio il presidente Roberto Cicutto e tutto il team della Biennale per questa scelta audace e coraggiosa.”
Il curriculum
Riprendiamo gran parte di quanto ha divulgato l’ente veneziano.
Lesley Lokko “nel 2020 ha fondato ad Accra, in Ghana, l’African Futures Institute, scuola di specializzazione in architettura e piattaforma di eventi pubblici, che tuttora dirige. Nel 2015 aveva fondato la Graduate School of Architecture all’University of Johannesburg.
Ha insegnato nel Regno Unito, negli Stati Uniti, in Europa, in Australia e in Africa.
Ha ricevuto numerosi premi per il suo contributo all’insegnamento dell’architettura.
Nel 2019 è stata nominata Preside della Bernard and Anne Spitzer School of Architecture, City College of New York, da cui si è dimessa nel 2020 per dedicarsi all’African Futures Institute nel suo paese, il Ghana.
Negli ultimi trent’anni il suo lavoro nel campo dell’architettura e della letteratura ha guardato alla relazione tra ‘razza’, cultura e spazio.
Nel 2004 ha pubblicato il suo primo romanzo “Sundowners” (tradotto da noi come “Il mondo ai miei piedi”, Mondadori 2004), cui sono seguiti altri 11 titoli. Il suo ultimo romanzo, “The Lonely Hour”, uscirà nel 2023 con Pan Macmillan editore.
Ha fondato e dirige Folio: Journal of Contemporary African Architecture.
È autrice di White Papers, Black Marks: Race, Space and Architecture (Minneapolis, University of Minnesota Press, 2000)”.
La motivazione
“La scelta di Lesley Lokko come curatrice della 18esima Mostra Internazionale di Architettura vuole accogliere lo sguardo di una personalità internazionale, capace di interpretare con diversi ruoli la propria posizione nel dibattito contemporaneo su architettura e città, che parte dalla sua esperienza immersa in un continente che sempre più sta diventando un laboratorio di esperienze e proposte per tutto il mondo contemporaneo”, ha dichiarato a sua volta il presidente dell’ente Ciccuto.