Parte il progetto di restauro e valorizzazione del cavallo che, 83 anni fa, fu ritrovato in via dell’Abbondanza all’ interno di quella che fu poi identificata come una stalla, dal ricercatore Amedeo Maiuri durante una campagna di scavo effettuata a Pompei.
Nel corso degli scavi del 1938 emerse inizialmente una struttura quadrata in muratura, probabilmente una mangiatoia e poco dopo, invece, il cranio, il collo , la colonna vertebrale insieme al resto del corpo.
Dopo un attento lavoro di restauro e consolidamento, a cura del Parco Archeologico di Pompei, avverrà il successivo rilievo laser scanner del suo scheletro per permettere agli ipovedenti di fruire di questa scoperta attraverso un modello tridimensionale. L’animale, utilizzato per il trasporto delle merci, è alto 1 metro e 34 centimetri. Poco dopo il suo ritrovamento era stato fortemente danneggiato poichè ,secondo la pratica della musealizzazione diffusa, era rimasto nel luogo in cui era stato ritrovato, sorretto da una struttura in metallo e coperto da una tettoia, e pertanto aveva subito processi di corrosione e logoramento dovuti al trascorrere del tempo e all’armatura metallica che aveva contribuito a danneggiarne lo scheletro procurando anche fenomeni di ossidazione che avevano intaccato il colore originario delle ossa.
Il Parco archeologico di Pompei ha quindi intrapreso il suo restauro con un progetto che permetterà di valorizzarlo ulteriormente. Come affermato dal direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel: ”Si tratta di un intervento multidisciplinare, che vede all’opera i restauratori e gli archeologi, costantemente affiancati in ogni fase degli interventi da un archeozoologo al fine di condurre un adeguato studio scientifico del cavallo, non affrontato all’epoca del Maiuri, che sarà in grado di fornire ulteriori e importanti informazioni sui tipi di animali utilizzati a Pompei e sulle loro caratteristiche”.