Piero Pelù alla soglia dei 60 anni si racconta al Corriere della Sera, e confessa: “Se penso a quanti se ne sono andati della mia generazione, portati via dall’eroina, è un miracolo”. In questi giorni, il rocker è impegnato con i Litfiba nelle prove per il tour “L’ultimo girone”. E su chi sia stata la band dice: “Abbiamo toccato delle corde che non pensavamo, ciò che sentivamo noi, sentiva il pubblico. Non ho mai fatto musica con intenzioni mercenarie; era il solo modo per salvarmi dal mio disagio, dalla mia inadeguatezza, dalla mia ombrosità, dalla mia solitudine, dalla mia timidezza”.
Qualche giorno fa, un’altra leggenda del rock italiano ha compiuto gli anni: Vasco Rossi è arrivato a quota 70. Pelù dice: “Beh lui, come Mick Jagger e Iggy Pop, rimane un bel punto di riferimento. Significa che qualche annetto posso andare ancora avanti…”. Commentando l’ultimo Sanremo il cantante racconta di aver visto i vincitori Mahmood e Blanco che definisce “bravissimi”. Sull’esibizione da super-ospiti dei Maneskin invece: “Nonostante il successo planetario, sono un gruppo che si migliora sempre. Impressionanti”.
Proprio al Festival, Pelù conobbe la compianta Raffaella Carrà nel 2001: “Mi fece fare un monologo sulle mine anti-uomo, quando non si usava parlare d’altro, come oggi. Da allora l’ho amata svisceratamente. Tanto più a «The Voice», dove abbiamo fatto coppia fissa. E dove ho scoperto che fumava come una camionista turca: pensi un po’, il rocker che doveva rimproverare la conduttrice perbene”