Perdere la capacità di articolare parole o comporre frasi di senso compiuto è un grande limite per chiunque ne venga colpito e in particolare per chi usa il linguaggio per professione o solo per passione, come i comici, i cantanti e gli attori. Proprio per questo Bruce Willis ha dovuto annunciare il suo ritiro dal cinema. A soli 67 anni, l’attore americano è stato colpito da afasia, un disturbo del linguaggio che impedisce di parlare correttamente e di comprendere bene ciò che viene detto, con severe conseguenze a livello cognitivo.
La dichiarazione è arrivata attraverso un post pubblicato sui social media dalla famiglia Willis, firmato dalla moglie Emma Heming, dall’ex moglie, Demi Moore e dai cinque figli, Rumer, 33 anni, Scout, 30 anni, Tallulah, 28 anni, Mabel, 9 anni e Evelyn, 7 anni.
L’afasia è una patologia che colpisce il sistema nervoso, per definizione è “l’incapacità di esprimersi mediante la parola o la scrittura, o di comprendere il significato delle parole dette o scritte da altri, dovuta all’alterazione dei centri e delle vie nervose superiori.” Da un articolo su La Repubblica, rappresenta una delle conseguenze dell’ictus maggiormente disabilitanti con un impatto devastante sulle attività della vita quotidiana, sull’autonomia, sulle relazioni. In Italia il numero di persone afasiche in seguito a malattie cerebrovascolari si aggira attorno a 150.000-200.000 con un’incidenza annua di 2 nuovi casi per 1.000 abitanti per anno; a queste si devono aggiungere i soggetti affetti da afasia in seguito a traumi cranici o altre malattie.
Secondo l’Aita – Associazioni Italiane Afasici nata nel 1994 – l’afasia si può curare con la logopedia, ma una completa remissione del disturbo, purtroppo è ancora assai rara.
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