di Azzurra Arlotto
Il Teatro Municipale di Tunisi ospiterà vari concerti in occasione delle Notti prima del Fortissimo Festival, tra il 18 e il 20 maggio. Venerdì 20 maggio si terrà il concerto Duettango, con Filippo Arlia al piano e Cesare Chiachiaretta al bandoneon, che aprirà la serata all’insegna della musica dedicata ai giovani talenti provenienti da tutta Italia, studenti del Conservatorio Tchaikovsky.
Duettango è un concerto che ha tenuto più di duecento live in Europa e in America, calcando palcoscenici di prestigio storico come la sala Sala Scarlatti di Napoli e la S. Katherine Concert Hall di Vilnius. È dedicato ad Astor Piazzolla una “semi-leggenda per i musicisti” così come lo ha definito il più giovane direttore di conservatorio in Italia: Filippo Arlia. Il Maestro Arlia è direttore dell’Orchestra filarmonica della Calabria e del Conservatorio Tchaikovsky, oltre ad essere un talentuoso pianista, didatta e concertista italiano. Viene considerato dalla critica internazionale uno dei più brillanti e versatili pianisti della sua generazione.
Da cosa nasce Duettango?
Duettango nasce nel 2011 per ripromuovere numerosi classici di Astor Piazzolla, come ad esempio Libertango oppure Oblivion e nasce dalla collaborazione tra pianoforte e bandoneon, strumento nato in Germania per sostituire l’organo nelle Chiese e non in Argentina come comunemente invece si pensa. Sono due strumenti apparentemente molto diversi tra loro, ma che Piazzolla preferiva insieme.
C’è qualcosa o qualcuno che l’ha ispirata?
Piazzolla che è scomparso di recente ha sicuramente avuto un ruolo importante. È stato protagonista dagli anni Settanta ai Novanta della scena musicale, ha affiancato e collaborato con cantanti italiane come Mina e Milva ed è stato anche più volte ospite alla Rai. Dai noi musicisti è considerato una semi-leggenda.
Cosa si aspetta dal concerto che si terrà a Tunisi nei prossimi giorni?
Questa non sarà la prima collaborazione con i Conservatori in Tunisia, ce n’è stata una precedente nel 2016 che però si è interrotta per ragioni legate alla presenza dell’Isis. Possono sembrare due realtà distanti ma sono più vicine di quanto si possa pensare. Da parte nostra c’è tanto entusiasmo, penso inoltre che il Teatro Municipale di Tunisi dove ci esibiremo sia il più bello di tutta la Tunisia. E c’è entusiasmo anche da parte loro, meraviglia e tanta voglia di conoscere e scoprire la musica occidentale.
Che legame c’è tra i conservatori della Calabria e della Tunisia?
Penso che la Calabria sia la regione più vicina alla Tunisia e non parlo a livello geografico. Nel corso della nostra storia abbiamo avuto molte influenze arabe. La cosa significativa di questa esperienza è il fatto che diano, in questa prima tournee, l’occasione a tanti ragazzi giovani che non hanno mai debuttato su un palcoscenico internazionale di esibirsi in un altro continente. Spesso sentiamo di giovani che prendono l’aereo per andare via ad esercitare questa professione compiendo una sorta di fuga di cervelli. Come conservatorio di musica abbiamo l’onore e l’onere di prendere questi ragazzi per mano e accompagnarli su un palcoscenico importante.
Quanto pensa che i ragazzi siano stati influenzati nel loro rapporto con la musica dallo stop forzato dei concerti live e la chiusura dei teatri per via della pandemia da covid-19?
C’è stato sicuramente un momento di sfiducia, lo abbiamo capito nel 2020 dopo il primo lockdown perché anche le richieste di ammissione al Conservatorio sono state inferiori rispetto agli altri anni. La musica è live, il distanziamento certamente non ha aiutato tutto quello che è lo spettacolo dal vivo, i ragazzi ne hanno risentito. All’inizio anche un genitore pensando che il proprio figlio debba fare lezione a distanza possa rimandare l’iscrizione al Conservatorio ad un momento migliore. Finalmente questa cosa è passata e devo dire che ora c’è un grande entusiasmo, vedo una forte ripresa. Questi due anni di difficoltà sono ormai ai titoli di coda.