Dopo 100 anni dalla scoperta della tomba del faraone bambino Tutankhamon, è stato rivelato un particolare rilevante per il mondo dell’archeologia e lo studio dei reperti. Il ritrovamento, che oggi festeggia il suo centenario, è stato definito, il primo scavo mediatico.
Ad affermarlo è Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, il quale ha cosi continuato: “Lord Carnarvon fece un’esclusiva con il Times, creando il malcontento tra gli altri giornalisti, soprattutto di quelli egiziani”.
Esattamente il 4 novembre del 1922, l’archeologo britannico Howard Carter scoprì, nella Valle dei Re di Luxor, la famosa tomba contenente la mummia del faraone, coperta dalla splendida maschera d’oro e lapislazzuli, insieme a oltre 6.000 reperti preziosi.
La scelta di affidare i diritti di una scoperta del genere ad un giornale straniero, a detta di Greco, non fu delle migliori, soprattutto in un momento delicato come quello del ritrovamento, durante il quale si sviluppò la ferma volontà di indipendenza da parte dell’Egitto nei confronti dei poteri coloniali europei. “Come se noi trovassimo la tomba di Augusto intatta e i diritti venissero dati ad un giornale straniero” ha osservato sempre Greco.
Il direttore, inoltre, ha lasciato trapelare due dichiarazioni curiose circa la “maledizione di Tutankhamon” – definendola una bufala per aggiungere mistero al mistero – e due foto che ritraggono, rispettivamente, la regina Elisabetta II nel 1972 e Jacqueline Kennedy negli anni 60′, entrambe immortalate mentre ammiravano la maschera del faraone bambino, definendolo un incontro tra i potenti del passato e quelli che hanno forgiato la storia contemporanea.
La fama di Tutankhamon è quindi sopravvissuta fino ai giorni nostri, rendendo così unico e iconico il nome del faraone, paradossalmente molto più conosciuto oggi che al suo tempo.