Galeotto fu Pinuccio e il suo servizio su Rai Scoglio 24, di Striscia la notizia. L’altra sera, nel secondo giorno festivaliero, nel mercoledì delle ceneri e delle critiche.
A Sanremo, l’inviato più divertente e sagace che ci sia, l’ennesima invenzione di Ricci, intervista chi ha in mano il “boccino” di Sanremo; che può decidere sulle sorti del Festival. E butta là, l’inviato, la domandina che è a risposta multipla: Ma è vero che c’è una qualche tv privata che intende far concorrenza alla Rai per l’esclusiva del Festival? Nicchiando, nicchiando vien fuori la risposta multipla. Forse che sì, forse che no. Ma quale sarà la tivvù che tramando sta? In conferenza stampa gli amministratori sanremesi nicchiano, C’è qualcosa, insomma, che bolle in pentola. Allora conviene fare un po’ di retroscena, di cercare di fare lo scoop.
E se fosse di nuovo sceso in campo Berlusconi? Le avvisaglie ci sono tutte. Il figlio Piersilvio che per la prima volta mostra i denti (ben curati) alla vigilia del Festival: questa volta non faremo sconti sui programmi, tuona e si gioca sul tavolo la carta Maria De Filippi con il suo “C’è posta per te” che andrà regolarmente in onda sabato, durante la serata finale del Festival. Maria De Filippi, quella grande protagonista della televisione dei nostri tempi che era pappa e ciccia con il festival e che, anche buona creanza, non disturbava mai lo share altrui. Che si si incrinato il ” “duopolio perfetto” che si è ripartito ascolti e pacchetti pubblicitari per qualche decennio?
C’è infine l’insoddisfazione di Salvini, così clamorosa, così manifestamente contraria ad un festival che, a suo avviso, non vuole prender atto che quel sistema tolemaico dove la sinistra faceva sempre il bello o il cattivo tempo tra cantanti e artisti è passato. Lui la pensa come gran parte dei giornali di tendenza di destra, con in testa Libero e Il Giornale. Scusate: di chi è il Giornale? Del Cavaliere o di qualche suo famiglio. La Meloni avrebbe così un avversario che sa usare con destrezza queste reti. Berlusconi che così tornerebbe così, la sia terza resurrezione, a ridiventare re del suo vero regno, quello dello spettacolo e dell’avanspettacolo.
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