Peppino di Capri, storia dell'ospite d'onore della terza serata di Sanremo

Dopo innumerevoli successi, torna all'Ariston "lo scugnizzo di Capri", insieme con i Maneskin.

Peppino di Capri, storia dell'ospite d'onore della terza serata di Sanremo
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9 Febbraio 2023 - 19.00 Culture


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Peppino Di Capri è lo pseudonimo di Giuseppe Faiella, un giovane napoletano che viene da una famiglia che ha, come si dice, la musica nel sangue: il nonno era musicista nella banda di Capri e il padre Bernardo, che aveva un negozio di dischi e di strumenti, nel tempo libero suonava. In questo contesto il giovane Giuseppe inizia presto ad esibirsi. Ha quattro anni quando, nel 1943, lo fa per la prima volta suonando il pianoforte davanti alle truppe americane. Durante gli studi strumentali crea con l’amico Ettore Falconeri il Duo Caprese, che batte i night delle isole.

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Viene cacciato dalla professoressa di pianoforte e non gli resta che appassionarsi al rock che viene dall’America. E’ la sua fortuna. Va in tivvù con Enzo Tortora, vincendo un televisore. Poi con altri amici forma un complesso, i Capri boys, ispirato ai tipici gruppi musicali rock statunitensi, fondendo quel sound anche alla musica napoletana. Mario Cenci gli scrive di Let me cry. I juke box fondono questo 45 giri. E’ sempre Mario Cenci a proporre, poi, il cambio di nome al gruppo dicendo a Peppino: “Siccome ti chiami Peppino e vieni da Capri ti chiamerai Peppino di Capri”. Il nome completo della band sarà, quindi, Peppino di Capri e i suoi Rockers.

Il rocker texano, Buddy Holly, diventa sua fonte d’ispirazione: in alcune interpretazioni, come “Don’t Play that song, lo imita proprio nel modo di cantare. Il grande successo arriva con Nun è peccato e qualche tempo dopo con Voce ‘e notte. Sanno suonare e passano dalla musica napoletana al tango con imprevedibile velocità. Arrivano i successi da milioni di copie vendute: Luna caprese, Per un attimo e Parlami d’amore Mariù. Si cimenta anche nei “musicarelli”. Ed è proprio con uno dei balli allora di moda, il twist, ,che farà cantare mezz’Italia con Let’s Twist Again.

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Nel 1962 arrivano altri grandi successi: Don’t play that song, St. Tropez twist  e Speedy Gonzales .

Nel 1963 vince la seconda edizione del Cantagiro con Non ti credo e subito scala le classifiche con Roberta, dedicata a sua moglie. Negli anni immediatamente seguenti la sua popolarità registra un certo calo. Nel 1967 gareggia per la prima volta al Festival con Dedicato all’amore. Di conseguenza, nello stesso anno rallenta anche la produzione discografica, pubblicando, infatti, altri soli tre singoli, nessuno dei quali entra in hit parade.

Nel 1971 partecipa nuovamente a Sanremo con il brano L’ultimo romantico di Pino Donaggio, che passa inosservato. Ma due anni dopo vince Sanremo con Un grande amore e niente più, di Franco Califano. Ma sarà soprattutto il singolo Champagne, uscito a fine anno a Canzonissima, a riportarlo definitivamente in auge. Peppino Di Capri vince nuovamente Sanremo nel 1976 con Non lo faccio più.

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Nel 1997 pubblica il suo primo (e unico) singolo su CD. Contiene tre canzoni: (Incredibile) Voglia di te, Mambo e Ammore scumbinato. Di Mambo realizza anche un video molto curato, per la regia di Fulvio Iannucci. Ora torna a Sanremo, dove sarà ospite d’onore. Se lo merita.

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