di Giordano Casiraghi
È stato un anno d’oro per il pop italiano e sono ormai passati cinquant’anni. Stiamo parlando del 1973 quando la trasformazione dalla canzone beat per approdare allo stile pop era ormai agli apici. L’Universal qualche anno fa ha inaugurato la collana Prog Rock Italia ripubblicando molto materiale che è entrato di diritto in tutte le enciclopedie del pop non solo in Italia ma anche all’estero, con particolare interesse da parte di paesi come Giappone e Messico. Nel 1973 usciva «Felona e Sorona», quello che potrebbe essere considerato il «Sgt Pepper» de Le Orme, gruppo veneto che seppe partire dal beat per arrivare a occupare uno dei posti più alti del Prog Rock Italiano. Non a caso l’Universal, nella corrispondente collana, ha già fatto uscire i primi due album del gruppo «Collage» e «Uomo di pezza». Storia contrastata quella de Le Orme e non capita dal pubblico che affollava i concerti rock con festival e raduni.
Non a caso Le Orme non vi hanno mai partecipato. Capita che, dopo la parentesi beat con singoli e album al seguito, Le Orme si lanciano nelle nuove forme espressive sulla scia di esempi come quello di Emerson Lake & Palmer, anche loro in trio. Costruiscono un album dal forte impatto pop sinfonico come «Collage» e lasciano presagire un’adesione al nascente fenomeno pop. Solo che al successivo album infilano quella che sarà la loro canzone più famosa, quel «Gioco di bimba» che scala le classifiche, anzi entra in quella sfera che viene considerata la musica da scartare e che viene scandita dalla Hit Parade di Lelio Luttazzi.
Il rigoroso pubblico del pop, quello del festival, comincia a considerarli commerciali e non propositivi di un linguaggio meritevole e alternativo. Niente di più sbagliato perché «Felona e Sonora» è uno degli album più interessanti di quel genere e che ancora oggi merita di essere ascoltato. Quale miglior poesia sonora di un brano come «Sospesi nell’incredibile».
La registrazione avviene nei primi mesi del 1973 allo studio Fonorama di Milano. In formazione Aldo Tagliapietra al basso, voce e chitarre, Michi Dei Rossi alla batteria e percussioni, Antonio Pagliuca alle tastiere e Gian Piero Reverberi alla produzione artistica, nonché agli arrangiamenti insieme al gruppo..
La copertina è dello studio Convertino che aveva già collaborato all’album «Collage». L’immagine del pittore Lanfranco mostra la figura maschile e femminile, frontale e posteriore, a rappresentare la parte solare e quella scura, come nei due pianeti Felona e Sorona, fratelli ma distanti. L’uno radioso di luce e l’altro infelice e buio. Attorno a questa contrapposizione si muovono le liriche, che nel caso de Le Orme sono sempre state composte dopo la stesura delle musiche. Infatti, nelle rappresentazioni dal vivo alcune parti venivano proposte quando ancora i testi erano solo abbozzati.
Stranamente, le registrazioni sono cominciate con la seconda facciata e solo dopo una tournée è stata registrata anche la prima parte. Peter Hammill, già front man dei Van Der Graaf Generator, era il supporter nel tour con Le Orme, apriva i loro concerti e ascoltando in anteprima le musiche del nuovo album avrebbe suggerito l’inserimento del sax di Dave Jackson, altro componente dei VDGG. Una prova sarà fatta, ma verrà scartata su consiglio del produttore Reverberi. Strano a dirsi ma anni dopo Aldo Tagliapietra andrà in tournée in Messico e presenterà tracce di «Felona e Sonora» proprio insieme a Dave Jackson.
Felona e Sorona verrà pubblicato, sempre nel 1973, anche in versione inglese con i testi adattati da Peter Hammill, con voce e missaggi realizzati a Londra.
Tornando al 1973, di quell’anno la collana Rock Prog Italia propone altri due capolavori del genere: «Vietato ai minori di 18 anni?» dei milanesi Jumbo e «Papillon» degli spezzini Latte e Miele.