Roma, ritrovato l’antico Teatro di Nerone

A Palazzo della Rovere a Roma, nel cortile e nei giardini del plesso, la soprintendenza speciale della capitale ha scoperto i resti di quello che era il Theatrum Neronis.

Roma, ritrovato l’antico Teatro di Nerone
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28 Luglio 2023 - 09.10 Culture


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Nel cortile e nei giardini di Palazzo delle Rovere a Roma, sede dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, sono stati ritrovati strutture e decorazioni che gli studiosi hanno ricollegato a resti dell’antico e leggendario Teatro dell’imperatore Nerone.

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I resti venuti alla luce che riguarderebbero la parte sinistra della cavea a emiciclo, sono stati scoperti insieme a sontuose colonne composte da marmi pregiati, a decorazioni in stucco con foglia d’oro, con alcuni altri ambienti del teatro che gli esperi pensano venissero usati come deposito per costumi e scenografie.

Daniela Porro, soprintendente speciale di Roma ha così commentato: “È una scoperta di eccezionale importanza che testimonia il luogo dove Nerone provava le sue esibizioni poetiche e canore, noto da fonti antiche ma mai ritrovato. Di grande interesse – continua il soprintendente – anche i rinvenimenti medioevali di questa importante area della città”.

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“Nella sede dell’Ordine, che finanzia istituzioni caritative in Terra Santa, sono state avviate attività di scavo e di studio in collaborazione con la Soprintendenza nella consapevolezza della responsabilità di tutelare e valorizzare un luogo così importante sotto il profilo storico, archeologico e artistico”, ha invece dichiarato il proprietario del Palazzo della Rovere, il Governatore Generale Ambasciatore Leonardo Visconti di Modrone.

La direzione scientifica degli scavi, iniziati nel 2020, era stata affidata a Renato Sebastiani, per poi passare ad Alessio De Cristofaro, entrambi archeologi della Soprintendenze condotti da Marzia Di Mento insieme ad un team di archeologia.

Il gruppo ha riportato importanti scoperte collegabili sia ai resti degli Horti di Agrippina, dove Caligola aveva fatto costruire un grande circo per le corse dei cavalli, mentre il quinto imperatore Nerone aveva fatto realizzare un teatro di grandi dimensioni, sia tracce di attività produttive e di pellegrinaggio alla tomba dell’apostolo Pietro, entrambi databili al tempo del medioevo.

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De Cristofaro si è così espresso: “La grandezza dell’edificio, la bellezza delle decorazione e dei materiali utilizzati fanno pensare a una committenza imperiale, quindi è presumibile pensare che si tratti del teatro di Nerone, proprio come l’avevano descritto Plinio, Svetonio e Tacito”.

Gli scavi archeologici hanno inoltre restituito reperti che coprono un periodo che va dalla tarda età repubblicana al XV secolo. Si tratta di esemplari di calici vitrei a colonnetta, usati come arredi liturgici; brocche e materiale ceramico; ossi di animali lavorati per creare strumenti musicali e cerniere per mobili, oltre a numerosi oggetti legati ai pellegrini come i grani di rosari.

Dai ritrovamenti sono emersi anche strade più volte ricostruite o aggiustate, in collegamento con l’approdo sul Tevere a valle di Ponte Sant’Angelo. Insieme ai collegamenti stradali sono emerse anche due insegne da pellegrino, raffiguranti il Volto Santo di Lucca e la Santa Vergine di Rocamadour, con annessa una fiaschetta a forma del gallo di San Pietro.

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La Sovrintendenza, insieme all’ordine, sta lavorando non solo per la valorizzazione dei nuovi reperti ma anche per rendere gli scavi in parte fruibili. L’oggettistica ritrovata, invece, verrà conservata in uno spazio museale che nascerà a Palazzo della Rovere.

“Le scoperte archeologiche– ha così spiegato Renato Sebastiani – ci hanno restituito molta storia medievale di Roma, piuttosto eccezionale per la città. Questi ritrovamenti – conclude Sebastiani – sono importanti pezzi della storia di Roma, ancora tutta da raccontare”.

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