Dare il Colosseo o Pompei o un altro sito del patrimonio culturale italiano a due miliardari che dovrebbero fare una sfida (ma poi che sfida) è un colpo di genio o una porchettata?
Il leader di Azione Carlo Calenda è stato durissimo e si è rivolto a Sangiuliano, l’improbabile ministro della cultura che ne ha infilata una dietro l’altra e che De Luca ha chiamato il ministro delle ‘cerimonie’.
Ha detto Calenda: “Gentile Ministro, i monumenti italiani rappresentano la nostra storia e la nostra identità. Usarli per assecondare le bizzarrie di due miliardari che vogliono darsele in mondovisione (fatto di per se già ridicolo e egomaniacale) è indecoroso e irrispettoso del nostro retaggio. Né può in alcun modo cambiare questa valutazione la promessa di una donazione. Anzi. Daremo l’idea di un paese pronto a svendere la propria dignità per quella che per questi signori è una mancia, mentre abbiamo una spesa pubblica di 870 miliardi che non riuscite a indirizzare verso la cultura, l’istruzione e la sanità. Vi riempite spesso la bocca con la parola identità e tradizione. Ma l’identità nasce dalla conoscenza e dal rispetto per la propria cultura. Abbiamo dati disastrosi per ciò che concerne la frequentazione e la conoscenza del nostro patrimonio culturale e archeologico da parte dei cittadini italiani. Dopo tanto cianciare di Croce e Prezzolini (può immaginare cosa Le avrebbero detto dopo una simile proposta) non si è ancora visto uno straccio di politica culturale. Faccia il suo lavoro, che (purtroppo per noi) non è quello di valletto di Elon Musk”.