Dopo la pandemia di Covid-19, l’editoria italiana si conferma prima industria culturale del Paese. I dati emersi nel Rapporto annuale sull’Editoria Italiana 2023 – a cura dell’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori – presentato in occasione dell’apertura della Buchmesse di Francoforte, mostrano una notevole crescita delle vendite di libri nel 2022.
In particolare, nel 2022, l’editoria italiana ha registrato un giro d’affari pari a 3.388 milioni di euro, in crescita di quasi 300 milioni rispetto ai valori registrati nel 2019, ultimo anno prima della pandemia, e in assestamento (-1,5%) rispetto all’anno precedente. Mentre, nei primi nove mesi del 2023 c’è stata una lieve crescita nelle vendite rispetto al 2022 (+0,2%) e pari a 1.033,5 milioni di euro solo nel solo mercato trade, che comprende: saggi e narrativa venduti nelle librerie, online e dalla grande distribuzione.
Le copie vendute nei nove mesi del 2023 sono state 69,9 milioni, in calo di un milione rispetto all’anno precedente, ciononostante ci sono stati quasi nove milioni di copie vendute in più rispetto al 2019. Alle luce di questi nuovi dati, è naturale osservare un ritorno degli italiani all’amore per i libri, ancora più profondo rispetto al pre-pandemia.
L’industria ha accompagnato questa crescita con un’offerta sempre più ampia e articolata: sono 83.950 i nuovi titoli a stampa pubblicati nel 2022, mentre il catalogo sfiora gli 1,4 milioni di titoli (1.393.199). Inoltre, la vendita di diritti di traduzione di opere italiane all’estero, si attesta nel 2022 di poco sotto gli 8.000 contratti (7.889).
Nel 2022 l’Italia ha comprato dall’estero i diritti di traduzione di 9.432 titoli. Un incremento significativo rispetto al 2010, quando gli acquisti ammontavano a 9.009 e le vendite a solo 4.217. In particolare, i generi più richiesti dalle case editrici straniere sono stati i libri per bambini e ragazzi (35%), la saggistica di divulgazione (20%), la narrativa adulti (19%), manualistica non universitaria (9%), fumetti (5%).
L’Europa è la prima area di sbocco con il 62% degli acquisti, seguita da Asia 18%, America Latina 6%, Medio Oriente (5%), Africa 4% e infine, Usa e Canada 3%. Tra i Paesi europei ci sono Spagna, Francia, Polonia, Grecia e Germania.
Nel panorama europeo, l’editoria italiana si colloca al quarto posto per un valore del venduto sul mercato nazionale di 3.338 milioni di euro, escludendo 50 milioni di export. Le prime tre posizioni sono occupate da Germania (9.444 milioni), Regno Unito (5.327 milioni) e Francia (5.094 milioni). Il mercato spagnolo si colloca poco dopo, con un valore del venduto di 2.719 milioni.
Sempre nel 2022, gli oltre 3 miliardi di euro (3.388 milioni) di venduto dell’editoria italiana sono stati superiori ai 2.941 milioni di euro delle pay tv, agli 1.725 milioni delle tv in chiaro (canone tv) e agli 1.721 milioni dei videogiochi.
Nonostante l’inflazione, il prezzo medio di copertina alla produzione è rimasto stabile a 19,87 euro nel 2022, in linea con i valori del 2021 e del 2020, e inferiore al dato del 2010 (21,6 euro). Il prezzo medio di copertina del venduto, ponderato sulle vendite, è invece di 14,84 euro, lo stesso valore del 2021 e inferiore a quello del 2020 (15,08 euro).
In conclusione, l’editoria italiana sta attraversando un periodo di crescita e rinnovamento, nel quale gli italiani comprano molti più libri rispetto al periodo pre-pandemia. Questo trend positivo è sostenuto da un’offerta editoriale sempre più ampia e diversificata, nonché da un crescente interesse per le opere italiane anche a livello internazionale.