Il filantropismo del Grande Fratello

L’attrice ed attivista, Beatrice Luzzi ha subito e subisce insulti ed umiliazioni verbali da alcuni inquilini da che è giocatrice, in particolare dall’attore Massimiliano Varrese

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19 Dicembre 2023 - 01.39


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di Beatrice Sarzi Amade

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In questo mese la cronaca ha farcito TV e giornali del termine patriarcato, a mio avviso poco inerente a ciò che si voleva manifestare. Se dovessi pensare in modo malizioso, il GF ha acchiappato l’onda di sofferenza ed insofferenza – ricordo la cronaca giornaliera fatta di femminicidi e violenza – per creare dinamiche che strutturano il programma.

L’attrice ed attivista, Beatrice Luzzi ha subito e subisce insulti ed umiliazioni verbali da alcuni inquilini da che è giocatrice, in particolare dall’attore Massimiliano Varrese, che si è prodigato con una costanza quasi esemplare, se non fosse che il messaggio che ne consegue sia gravoso, continuando con il suo comportamento, seppur invitato con modi educati ad esimersi.

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La Violenza Verbale, perché stiamo parlando di essa, costituisce reato penale, ma Mediaset ha rimbrottato il suddetto come si fa coi bambini a scuola: “Se si ripete un’altra volta verrai squalificato”, ricordando al pubblico che il GF potrebbe avere una valenza tanto nobile: ricostruire l’emotività del Sig. Varrese.

Raccontandoci una narrativa degna di un fantasy, Varrese in trasmissione asserisce: “Mi scuso con Beatrice e con tutti voi, ho confuso i ruoli, quello di attore e quello di uomo”.

Tutto ciò si è svolto nel silenzio di chi presenziava: del resto sono pagati onerosamente per stare rinchiusi come allo zoo e quindi devono assecondare i comandi autorevoli degli autori autorizzati.

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Se ricordo me alla loro età, spaccavo il mondo e, di fronte ad una ingiustizia, mi sarei messa in protezione della vittima e il carnefice avrebbe avuto la mia dose di parole e, potendo gli avrei consegnato il foglio del via senza ritorno.

Questione di educazione? Si.

Questione di discernimento? Si.

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Questione che il termine patriarcato è realmente fuori luogo. Sapere distinguere il bene dal male è parte di quei valori, di quei principi che ci vengono consegnati da bambini e crescendo s’infarciscono di altro. Tutto si adegua all’età; a 25 anni, se non hai ancora compreso o ti adegui alla massa, sei manchevole, sei degno del silenzio e puoi solo ascoltare. Perché il benaltrismo trova spazio tra chi non ha nulla da dire d’importante.

Ancora una volta i soldi pagano uno spazio di non competenza.

Il GF ha un ruolo d’intrattenimento e, se deve dare esempio, che sia buono e che non attraversi dannosamente le persone.

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Beatrice Luzzi è una donna forte. Ha accettato la tregua, ma nel dire, “quell’uomo mi trasmette paura”, ha lanciato un allarme che abbiamo l’obbligo di ascoltare e non sminuire come è stato fatto. Una donna, se avverte un pericolo, non si sottovaluta. Ribadisco: la cronaca è uno spaccato che racconta bene.

Dobbiamo sottolineare che il manipolatore s’insinua con una comunicazione ficcante ma risoluta e ahimè non riconoscibile da tutti. Si prodiga, altalenando frasi circuitive e di compiacimento, con modi arroganti, offensivi; parole acute e scelte. Se lo ascoltate, è impostato, controlla pause e acuti. Un border [FORSE SI CAPIREBBE MEGLIO SE SCRIVESSI QUALCOSA TIPO  “una personalità bordeline” oppure, semplicemente “borderline”], proprio perché così controllato, potrebbe trovare uno sfogo improvviso.

Il pubblico, deluso, aspettava l’uscita doverosa, ma il programma sdogana le competenze e si rende responsabile di incrementare odio, tutto ciò che piace ai social: il trash, ovviamente, guadagnando in share.

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Tutto ciò porta a diverse riflessioni: nessuno di noi è più disposto a guardare tale scempio umano, chiamare bastarda una donna, dare della puttana, e l’elenco è realmente infinito, tutto riportabile attraverso frame: è disgustoso, è inaccettabile, soprattutto non è senziente e dà chiara evidenza di una società che non si occupa più di cultura.

Il Grande Fratello è l’espressione di una società in decadenza.

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