A Sanremo piove come in gran parte del Paese, ma il pubblico continua imperterrito ad assediare il teatro Ariston. Nessun trattore è in vista. A scaldare questo pubblico ci pensa Loredana Bertè con la sua verve e con la presentazione di un testo impegnativo “Ragazzo mio” di Luigi Tenco arrangiato da Ivano Fossati. Tenco è Tenco e le sue canzoni mantengono una forte attualità. E’ un padre che spiega al figlio che bisogna continuare ad avere coraggio e che quando si alza il mare gli uomini senza idee vanno a fondo. Cioè anche quando la disillusione avanza non si deve smettere di credere nel cambiamento del mondo.
Dalla scuola genovese alla nuova scuola napoletana: nel Medley dal titolo “Strade” viene ripercorso il sound napoletano con Geolier con Guè, Luchè e Gigi d’ Alessio. Cantano una Napoli lontana un miglio dalle musiche della tradizione partenopea come quelle di Sergio Bruni o di Carosone, ma è diventata di gran moda non solo in Campania ma in tutto il mondo .
C’era attesa per ascoltare Angelina Mango cantare un pezzo di suo padre, “La rondine”. E’ stata accompagnata dal quartetto d’archi dell’orchestra di Roma. E’ commozione vera quella che mostra sul palco e fa capire a noi tutti come a volte, la musica, sia nel Dna di una famiglia.
Si passa con rapidità dalla commozione ai ritmi salentini con l’ ingresso di Alessandra Amoroso insieme ai Boomdabash che intonano “Le radici ca tieni” e “Karaoke”, un loro recente successo musicale diventato un tormentone estivo. Trasformano il palco dell’Ariston in una piazza salentina nei giorni della Taranta.
Era quasi inevitabile che questa serata si trasformasse anche in un appuntamento con alcuni grandi protagonisti della storia della musica italiana: dopo Tenco e Mango, con Dargen d’Amico accompagnato da Babelnova Orchestra è la volta di Ennio Morricone. Dargen interpreta “modigliani” sulle famose note di “The crisis”. Finito di cantare torna sul tema della situazione a Gaza e prega, invoca che il fuoco cessi immediatamente.
Non poteva mancare di certo tra i mostri sacri celebrati Lucio Dalla. Mahmood ha il coraggio di affrontare un testo famoso e sacrale di Lucio e ce la fa con grande capacità interpretativa, con la ripresa anche del fischiettare, con l’eco marino dei Tenores di Bitti. Poi sale sul palco Mr. Rain accompagnato dai Gemelli Diversi. Cantano insieme una famosa canzone del duo, “Mary”.