Non ci serà un sei. The End: la favola di Sanremo per Amadeus è finita. Sceso dalla carrozza in stile Cenerentola che l’ha portato via dall’Ariston con Fiorello, il direttore artistico ribadisce la volontà di fermarsi e di pensare ad altro. Chiude così definitivamente all’ipotesi di un sesto festival, ventilata anche oggi dall’Ad della Rai, Roberto Sergio, che dà appuntamento a lui e allo showman fra quindici giorni, a bilancio di un’edizione entrata nella storia con una media del 66% di share, l’88% tra i 15-24enni e una raccolta pubblicitaria record da 60,2 milioni.
«Dissi già a maggio che questo sarebbe stato l’ultimo festival, anche se nessuno ci ha creduto. Ringrazio Sergio per il desiderio di farmi (farci con Fiorello) proseguire, ma sento che ci dobbiamo fermare e pensare ad altro. Questo non significa che vado a fare l’eremita, ma che ho bisogno di trovare altre idee, altre sfide, altre scommesse», risponde il condottiero Amadeus, l’ex giovanotto di Radio Deejay che da bambino sognava di fare il bravo presentatore e ora potrebbe condurre a occhi chiusi, con il volto stanco ma soddisfatto e i lucciconi agli occhi quando la sala stampa all’Ariston gli tributa un’ovazione.
Quando è salito sulla carrozza con Fiorello, «il primo pensiero è stato di grande gioia. Ãê come quando finisce una partita – sorride – e sollevi la coppa. Ãê la fotografia che non dimentichi più. Scarichi la tensione, la mente si prende un po’ più di riposo e lascia spazio alle emozioni. C’è una sorta di serenità e leggerezza: vuoi solo goderti la vittoria».
Nonostante le irruzioni – inevitabili – della cronaca e la voglia della politica di prendersi la ribalta di Sanremo, e nonostante le fibrillazioni del termometro Rai, più che mai in periodi di rinnovo dei vertici, Amadeus ribadisce di «non aver mai avuto pressioni politiche in questi cinque anni, pur essendo stato attaccato da destra e da sinistra. Ringrazio l’Ad: prima ancora che cominciasse Sanremo mi ha detto che avrei potuto continuare a lavorare in totale libertà. Non ho mai ricevuto una sua telefonata per chiedere cosa stessi facendo». «Anche quando c’erano polemiche nell’aria, io ho lavorato in totale autonomia, e per come sono fatto io non potevo essere altrimenti, non avrei mai accettato alcuna scorciatoia, non mi appartiene, non l’ho mai fatto». E con il supporto di una squadra straordinaria, che ha avuto «fiducia» nelle sue idee: come quando, nel 2020, uscì fuori dall’Ariston con Emma per raggiungere piazza Colombo, «abbattendo la liturgia del festival, e fu il picco di share». Cita il tecnico che lo ha ringraziato «per averci regalato un sogno. Siamo fieri di essere stati qui, mi ha detto. Ãê una grande gioia, perché dietro Amadeus c’è una piramide di persone che lavora dall’alba».
Si smarca dalle polemiche sul verdetto finale – con la vittoria di Angelina Mango su Geolier – in cui il voto della sala stampa e della giuria delle radio ha totalmente ribaltato il giudizio del televoto, in cui il rapper napoletano era al 60% contro il 16.1% dell’artista lucana. «Io consegno le canzoni alla gente. Mi piace ascoltarle in radio, sentire che i cantanti mi chiamano per dirmi che stanno facendo numeri da capogiro. Accetto qualsiasi classifica sempre con entusiasmo: chi vince, per il pubblico, per le radio, per la sala stampa, per me meritava di vincere».
Ora lo aspetta Affari tuoi, che gli ha permesso di diventare «il volto della porta accanto». E la puntata di lunedì di Viva Rai2!. «Ti ho preparato un mantello con scritto `Pensati a Roma´», ride in viva voce al telefono Fiorello. E il progetto di un Attenti a quei due con l’amico di sempre? «Lo conosco da 38 anni, ma non abbiamo sempre lavorato insieme, ognuno ha fatto il suo percorso, lui come showman, io nel quiz o nella musica. Può capitare qualche altro evento, ma per ora non c’è nulla: in questo momento – ripete Amadeus – sento il bisogno di azzerare tutto. Ad agosto magari, quando saremo in vacanza insieme proveremo a mettere la testa su altro».
Un desiderio, nell’immediato, ce l’ha: «Mettere la seconda stella sul petto», sorride il super tifoso nerazzurro, che sogna il ventesimo scudetto. «Ogni anno qui l’Inter ha sempre vinto la partita prima e dopo il festival – conclude con una battuta – e ho pubblicamente ringraziato la società che mi ha permesso di fare Sanremo in assoluta serenità».