Parole chiare. “In Russia? Io ci andavo volentieri a suonare. I russi, fin dal tempo del mio concerto al Cremlino nel 1990, erano un popolo molto attento, che ama l’arte e la cultura. Ho sempre avuto da loro delle reazioni molto buone per il mio lavoro”. A dirlo è Zucchero, intervistato a Londra dopo il debutto del suo tour ‘Overdose d’Amore World Wilson Tour’ alla Royal Albert Hall.
“Non ci siamo mai più andati, e anche se fossi invitato ora non ci andrei -aggiunge il bluesman- Ma lì si apre un discorso enorme, perché ora non andrei neanche da Netanyahu, e neanche da Trump. Il cerchio si restringe”.
Sanremo ha straccato i maroni
“A Sanremo sono io che ho sempre detto che non so se ci andrei. Quest’anno l’ho visto a pezzettini… ma veramente ha straccato i maroni!”. Ironizza così Zucchero, interpellato sul festival di Sanremo dai giornalisti in occasione della presentazione del tour ‘Overdose d’Amore World Wide Tour’, partito dalla Royal Albert Hall di Londra.
“Se ci andrei? Ma a far cosa? È l’unico Paese al mondo dove c’è ancora la gara come i cavalli da soma, c’è ancora chi vince e chi perde su delle canzoni -aggiunge il bluesman- Io lo trovo allucinante, ma piace al popolo. Siamo rimasti ai tempi degli antichi romani”