Un matrimonio riuscito: al MedRadioFest la musica classica incontra il nuovo tango di Piazzolla 

Il concerto è nato da un’idea del Maestro Filippo Arlia, giovane direttore d’orchestra, pianista e docente, tra i più brillanti della sua generazione

Un matrimonio riuscito: al MedRadioFest la musica classica incontra il nuovo tango di Piazzolla 
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Giuseppe Costigliola Modifica articolo

18 Maggio 2024 - 23.35


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Metti un paese calabro immerso nel verde dei monti; aggiungi un antico convento dei Frati Cappuccini saturo di storia; riempilo di valenti musicisti in una sera di primavera dal sapore già estivo; falli suonare i tanghi immortali di Astor Piazzolla, fanne cantare i versi composti da Horacio Ferrer e apri le porte ad un pubblico entusiasta: questi i magici ingredienti del penultimo evento tenuto ieri a Nocera Terinese nell’ambito del MedRadioFest, manifestazione giunta alla quinta edizione. 

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Il concerto è nato da un’idea del Maestro Filippo Arlia, giovane direttore d’orchestra, pianista e docente, tra i più brillanti della sua generazione, che ha proposto un viaggio musicale e culturale nelle atmosfere argentine del nuevo tango di Astor Piazzolla con un ensamble composto da musicisti di estrazione diversa, dalla classica al jazz: lo stesso Arlia al pianoforte, Cesare Chiacchiaretta al bandoneon, Andrea Timpanaro al violino, Antonio De Luise al basso elettrico, Glauco Di Sabatino alla batteria e Filippo Garruba alle tastiere elettroniche – El Conjunto Electronico. Con la ciliegina sulla torta di Silvia Mezzanotte, già apprezzata vocalist dei Matia Bazar, che ha aderito a questo interessante progetto col piglio d’una sfida, piegando la sua voce potente e le indiscusse qualità canore alle carnosità del tango argentino, forse aprendosi un nuovo percorso artistico.

L’immedesimata “recitazione” dei versi di Horacio Ferrer, la partecipazione anche emotiva, i risultati canori ci hanno ricordato una grande artista che ebbe l’intuito ed il coraggio di portare tra le genti gli immortali brani di Piazzolla: l’indimenticata Milva. Silvia Mezzanotte non ha soltanto interpretato i brani, ma li ha anche introdotti, contestualizzandoli nella cornice in cui nacquero: la Buenos Aires degli anni Sessanta-Ottanta feconda di incontri, di contrastanti umanità e di contraddizioni, lo sguardo poetico denso di pietas di Ferrer, rivolto agli ultimi e ai diseredati, le “rivoluzionarie” sonorità di Piazzolla, con il suo pathos trascinante, quel rivolgersi alla carne e ai sensi oltre che all’anima dell’ascoltatore. 

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La scelta e la preparazione dei pezzi proposti è il frutto di una lunga ricerca filologica intrapresa da Arlia e Chiacchiaretta, con il non semplice reperimento degli spartiti originali, il riempimento dei buchi esistenti, il loro peculiare arrangiamento anche da parte di chi, per formazione e lavoro, viene da una stringente preparazione classica. Il progetto aveva già avuto esiti pregevoli con l’incisione di un concerto dal vivo tenuto nel 2021 a Cetraro, in provincia di Cosenza, con l’Orchestra Filarmonica della Calabria, qui ampliato con l’utilizzo della voce e della presenza scenica di Silvia Mezzanotte e l’immissione della parola (della poesia), forse per questo con risultati ancora più coinvolgenti. La “temerarietà” dell’operazione non è da sottovalutare: l’aprirsi, da parte di un musicista colto formatosi nell’universo della musica classica, come Arlia, a sonorità, soluzioni armoniche e melodiche, mondi culturali radicalmente diversi è segno di coraggio e duttilità mentale, una strada in cui non molti s’avventurano. 

I brani proposti sono la crema delle composizioni di Piazzolla e Ferrer, con al centro l’ineludibile bandoneon, suonato con trascinante passione da Chiacchiaretta, i ricami barocchi del violino di Timpanaro, l’irruente precisione del piano di Arlia, la giusta tensione ritmica di De Luise, Garruba e Di Sabatino. Si è cominciato con Adios Nonino, quindi le struggenti Balada para mi muerte e La ultima grela, l’allegra Balada para un loco, la rapinosa Bandoneon. A quel punto la Mezzanotte si è dichiaratamente misurata con Milva, lanciandosi in una partecipatissima interpretazione di Oblivion e di Che tango che, quindi di Chiquilin de Bachin e di Preludio para el ano 3001 – l’indimenticata Rinascer  proposta dalla Pantera di Goro – e ancora la splendida Maria de Buones Aires e l’immancabile Libertango, introdotto da Arlia con un sontuoso arrangiamento per piano, per poi concludere il concerto con un altro interessante esperimento, la canzone Brivido caldo che i Matia Bazar presentarono al Festival di San Remo del 2000 proprio con la Mezzanotte, arrangiata “alla Piazzolla” da Chiacchiaretta e rinominata per l’occasione Brivido tango. 

E’ una fortuna che il concerto sia stato registrato dai fonici di Rai Radio Tre, e che dunque sarà fruibile ad una più vasta platea, poiché si è davvero trattato di un evento di spessore, culturale oltre che musicale, in uno scenario che ne ha amplificato la poesia.

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