Edvard Munch, il pittore norvegese che ha saputo incarnare come pochi il dolore esistenziale tra la fine dell’Ottocento e l’alba del nuovo secolo, torna a Milano dopo 40 anni con una grande retrospettiva. L’evento di terrà presso il Palazzo Reale dal 14 settembre 2024 al 26 gennaio 2025.
La mostra Munch. Il grido interiore presenta oltre cento opere provenienti dal Munch Museum di Oslo, tra cui una delle versioni litografiche del celebre L’Urlo. Il dipinto-icona, realizzato nel 1893 quando Munch aveva 30 anni, è l’emblema dell’uomo in balia delle inquietudini e dei turbamenti dei tempi moderni.
Le radici di questo capolavoro affondano nel dolore sofferto fin da bambino da Munch, che ha accompagnato l’artista per tutta la vita: dalla perdita in giovane età della madre e della sorella alla morte del padre durante il periodo degli studi in Francia. Come egli stesso raccontava: “Nella mia casa di infanzia abitavano malattia e morte. Non ho mai superato l’infelicità di allora”.
La mostra, curata da Patricia G. Berman e prodotta da Palazzo Reale e Arthemisia, vuole andare oltre l’elemento biografico per offrire un profilo più articolato e completo di Munch. Esposti non solo dipinti ma anche taccuini, fotografie, filmati amatoriali e altri aspetti privati e poco conosciuti dell’artista.
Anticipatore dell’Espressionismo e tra i massimi esponenti simbolisti dell’Ottocento, Munch ha avuto la capacità di trasformare quello che era un dolore, un grido interiore, in opere d’arte. Un artista che ha saputo indagare il rapporto instabile tra il mondo visibile e la sfera percettiva, utilizzando un linguaggio innovativo nel quadro della cultura europea del tempo. Volti senza sguardo, i paesaggi stralunati e l’uso potente del colore hanno reso le sue opere messaggi universali.
Dopo Milano, è prevista una seconda tappa a Roma.