di Giordano Casiraghi
Il nuovo anno ci dice che da dieci anni è mancato Pino Daniele, da ventidue Giorgio Gaber, da ventisei Fabrizio De André, da ventisette Lucio Battisti, e via dicendo. Nomi che ai ragazzi di oggi magari dicono poco, presi a osannare quelli che non potranno mai eguagliare la potenza creativa e culturale di questi grandi artisti. Ha fatto bene Guccini a rispondere a Jovanotti che Gloria di Tozzi ha poco a che fare con la sua La locomotiva, intrisa di tante letture. Mondo dai cambiamenti vertiginosi, ma cosa resterà di uno come Franco Battiato? Lui che è mancato quattro anni fa e che quest’annoi avrebbe compito 80 anni. Cosa resterà del transito terrestre che cantava in Mesopotamia. Lui che potrebbe ancora interessare alle nuove generazioni.
Per chi volesse approfondire corre l’obbligo di leggere alcuni libri dedicati a Franco Battiato da Guido Guerrera, uno che l’ha conosciuto bene e l’ha intervistato varie volte, recandosi anche in Sicilia. Nel corso degli anni Guerrera ha pubblicato, tra gli altri, i seguenti volumi: “Battiato Another Link”, “Avatar Beauty Project” e “Tornerò ancora”, quest’ultimo recante un ritratto di Battiato realizzato da Antonio Ballista, pianista che ha suonato spesso con Battiato, a partire dal 1977 nei dischi di musica contemporanea e poi ha diretto la Messa Arcaica come anche ha suonato il piano per l’immensa Povera patria. Ed è di Ballista il ritratto di Battiato che spicca in copertina al libro Tornerò ancora.
I libri di Guerrera diventano occasione di approfondimenti su argomenti che lo stesso Battiato ha trattato nelle canzoni o in interi album. Infatti “Avatar Beauty Project” tratta l’argomento della fisiognomica, titolo di un album uscito nel 1988 e che contiene canzoni come E ti vengo a cercare e L’oceano di silenzio. Tornando al libro, dopo la prefazione di Gianluca Nicoletti e l’introduzione di Marco Klinger, responsabile dell’unità operativa di Chirurgia plastica, perché poi l’argomento è sapere se quello che uno è dentro è anche quello che si vede fuori, come dal capitolo “Essere e apparire”.
Si accenna all’antropolgo Lombroso che ravvisava il segno del crimine nei tratti somatici, oppure si associa anche l’andatura del soggetto per lo scrittore Stevenson artefice dello strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde. Poi c’è il pastore Lavater che dotato di un’arcaica macchina fotografica persegue una ricerca fisiognomica che viene però messa in discussione da altri studiosi come Lichtenberg, e siamo attorno al 1780. Sull’argomento si fanno riferimenti a Castaneda e Gurdjieff, e ancora torna Battiato che come postfazione al libro scrive: …”Ci possiamo trasformare in un’infinità di modi e le centomila maschere pirandelliane, adesso, non sono più solo un’astrazione metaforica. Forse l’incedere, lo sguardo e gli atteggiamenti di una persona possono ancora tradire chi è davvero e da quante volte vive, quali elementi identificativi della nostra storia antropologica impressa nel corpo che indossiamo”.
Molto più recentemente, nel 2024, Guerrera ha pubblicato “Tornerò ancora – Il racconto di un cammino interminabile”, sempre per Verdechiaro edizioni, con una prefazione di Pupi e Antonio Avati. Una storia romanzata che ha come protagonista Battiato, tra finzione e realtà. Nel 2022 invece è uscito “L’uomo dell’isola dei giardini” per Minerva e nel 2021 “Niente è come sembra” per Verdechiaro con la prefazione di Antonio Ballista. Più indietro negli anni Guerrera aveva pubblicato “Battiato another link” (Verdechiaro, 2007), ancora recuperabile, ricco di interviste che nel corso degli anni il giornalista scrittore ha raccolto.
