Dopo che si sono spente le luci della ribalta sulla commemorazione del X anniversario dell’assassinio di Marco Biagi per opera delle Brigate Rosse e dopo che presidenti, sindaci ecc. hanno fatto la loro comparsata sotto il fuoco attento del flash dei fotografi, desidero rivolgere un pensiero alla famiglia di Marco e a quanti giovani compagni socialisti lo ebbero come fraterno amico per tanti anni.
Con Marco Biagi abbiamo percorso una strada significativa per la nostra formazione riformista quando, giovani socialisti militanti, partecipavamo in modo serio ed attivo alla politica del Psi prestato a riformare un paese che ancora non era soggetto a pesanti aree di arretratezza sociale.
E così il nostro impegno era la riforma della sanità, la riforma che portò allo statuto dei lavoratori, i patti del sindacato unitario, l’attuazione delle Regioni, la riforma universitaria ecc.
Eravamo giovani convinti di contribuire con la nostra parte al progresso del paese per la conquista di un benessere e di una condizione più favorevole alla soddisfazione dei bisogni e dei meriti nella nostra società italiana.
Conoscevo Marco Biagi fin dagli anni del liceo Galvani, quando eravamo protagonisti dell’allora organismo rappresentativo all’interno del quale lui come direttore, io come redattore, curavamo la pubblicazione della “Rana”, il nostro giornale scolastico. Ma già allora i nostri interessi civili e sociali osservavano i fatti che succedevano nel mondo: ricordo che insieme demmo vita ad un’iniziativa per la raccolta di fondi a favore dei ribelli del Biafra coinvolti in una sanguinosa guerra civile con lo stato nigeriano. Sono stati anni belli non solo perché eravamo giovani, ma soprattutto perché avevamo chiara di fronte a noi la speranza di un mondo migliore: un mondo più giusto, meno egoista.
Lo voglio ricordare così come lui è stato insieme a noi giovani socialisti , quando si parlava di scuola, di riforme ecc.
È un bel ricordo che rimarrà certamente nella nostra memoria.