Ore 12. Secondo il Financial Times Tsipras “accetterà in toto la riforma dell’Iva tranne che su un punto: uno sconto speciale del 30% per le isole greche, molte delle quali si trovano in regioni remote e difficili per l’approvvigionamento”. Sulla riforma delle pensioni, il governo greco chiede che “slitti a ottobre”, anziché partire subito, l’innalzamento dell’età di uscita a 67 anni entro il 2022. Tsipras parla anche del sussidio per i pensionati più poveri (Ekas), che promette di eliminare entro il 2019, ma “più gradualmente di quanto richiesto dai creditori”. La lettera dovrebbe servire a ottenere una proroga del secondo programma, scaduto nella notte, e lo sblocco di un terzo piano di salvataggio da 30 miliardi a carico del fondo salva-Stati Esm.
Un’ennesima notte concitata ieri prima sembrava aver aperto nuovi spiraglio per il “salvataggio “ finanziario della Grecia, poi a tarda sera ha fatto nuovamente perdere le speranze. Nel tardo pomeriggio è giunta a Bruxelles una ennesima proposta di Atene ed un Eurogruppo straordinario è stato convocato alle 19 per discutere il nuovo piano elaborato anche sulla base di alcuni consigli della Commissione. Dopo un confronti in teleconferenza però l’Unione ha bocciato due delle tre richieste avanzate da Alexis Tsipras,e dunque le residue possibilità di evitare il crollo di Atene e le turbolenze dell’ euro restano affidate al risultato del referendum di domenica. Se vincesse il “SI” per il governo Tsipras si aprirebbe la crisi politica, e probabilmente Bruxelles punta su questo.
Ieri le città elleniche mostravamo migliaia di pensionati in fila dinanzi a sportelli bancari che sono rimasti chiusi e code ai bancomat: i greci hanno sopportato in questo modo il primo giorno della nuova stretta sulla loro vita economica. Piazza Syntagma si è riempita per una manifestazione di sostegno al premier, il quale poco dopo in Tv ha lasciati intendere che domenica i suoi concittadini sceglieranno di chinare la testa all’Unione lui lascerà il governo: «Non sono un uomo per tutte le stagioni”, è stata la sua frase.
“Vi chiediamo di respingere il ricatto dell’Unione con tutta la forza dell’anima e con il massimo margine possibile – ha poi aggiunto – maggiore sarà la partecipazione al rifiuto di questo accordo, e più alta sarà la possibilità sarà di riavviare i negoziati per impostare un corso logico e sostenibile”. Il programma di salvataggio della Grecia termina oggi e il Paese non verserà 1.6 miliardi di euro di rimborso al Fondo monetario internazionale, ma Atene ed i creditori di FMI e della zona euro non sono riusciti a concordare i termini di una proroga.
Tsipras ha indetto il referendum sostenendo che le richieste di misure di austerità più severe non possono essere accettate dopo sei anni di recessione. La mossa ha scosso i mercati mondiali, ha visto tassi del debito greco salire alle stelle ed ha causato un ulteriore “downgrade” del credito da parte di “Standard & Poor’s”, l’ agenzia di rating adesso dice di vedere una probabilità del 50 per cento che la Grecia lasci la zona euro. Da ieri mattina in Asia i mercati azionari stanno recuperando alcune delle perdite del giorno precedente, ma sono rimasti nervosi.
Quando l’orologio dell’ accordo si è fermato, la Grecia ha stabilito in limite quotidiano di 60 euro per il prelievo di contanti, oggi gli sportelli riapriranno per i pensionati che potranno ritirarne 120. Lo spettacolo di un’economia sull’orlo del precipizio ha colpito duramente i mercati globali negli Stati Uniti e in tutta Europa. La Borsa Usa ha avuto il giorno peggiore dell’anno, mentre in Europa, l’indice delle azioni più importanti “Stoxx 50” ha chiuso a meno 2,5 per cento, mentre il “DAX” tedesco è scivolato del 3,6 per cento. Gli investitori sono preoccupati del fatto che la Grecia possa lasciare l’euro dichiarando che non può pagare i suoi debiti, che ammontano ad oltre 300 miliardi di euro, per poi essere costretta ad un caotico ritorno alla dracma caotico, con sviluppi che potrebbero far deragliare la fragile ripresa economica globale e porrebbero serie domande sulla sostenibilità a lungo termine dell’euro.
A Bruxelles, il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker invita gli elettori greci a sconfessare il loro premier : “Vorrei chiedere al popolo greco di votare ‘Sì al referendum, non ci si può suicidare per paura della morte”. In tutta la Grecia, intanto, enormi code si sono formate a stazioni di benzina, con gli automobilisti preoccupati che cercano di riempire i loro serbatoi pagando con le carte di credito, mentre sono ancora accettate. Anche se le operazioni di credito e di carte di contanti non sono state limitate, molti rivenditori non accettano più le transazioni con carta, sono ammessi i trasferimenti elettronici ed il pagamento delle bollette, ma solo all’interno della Grecia. Il governo ha anche sottolineato i controlli non interessano i turisti stranieri, che non hanno limiti nel prelievo di contanti. “Se volete rimanere nell’euro, votate sì … Se volete che le banche riaprano, votare sì …La cosa più importante se si vuole rimanere in Europa, è votare sì”, ha detto in Parlamento l’ex primo ministro, Antonis Samaras .
Una vittoria del “No” al referendum permetterebbe a Tsipras di rafforzare la propria posizione , i sondaggi però mostrano che la maggioranza dei greci vorrebbe mantenere l’euro come propria moneta ed è disposta a raggiungere un accordo con i creditori. Due indagini separate sono apparse sulla stampa greca: secondo la prima, circa il 57 per cento dei cittadini ritiene che il governo greco non riuscirà a raggiungere un accordo con i creditori, mentre il 29 per cento vuole uscire dalla zona euro. In un altro sondaggio, il 47,2 per cento dei greci voterebbe per un accordo con i creditor anche se “doloroso e difficile”, mentre il 33 per cento si oppone ed e il 18 per cento è ancora indeciso. I risultati di entrambe le indagini hanno espresso comprensione per i necessari compromessi che il governo greco dovrà raggiungee con la zona euro, anche se ormai sembra abbastanza improbabile che si raggiunga questo obiettivo.
Nel caso di vittoria del “SI”, il governo Tsipras potrebbe dimettersi, aprendo la via alla formazione di un governo di transizione (di riconciliazione nazionale o di esperti) che riprenda i contatti con FMI ed Eurozona.
Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha detto che la zona euro farà tutto quanto in suo potere per evitare un “contagio finanziario”. Come possibile misure di crisi in caso di diffusione del “virus greco”, secondo i media, è prevista un’operazione fantasma denominata “Albania” che impedirebbe la possibilità della diffusione della crisi greca, in particolare in Romania, Bulgaria, Cipro e la Macedonia. L’Unione europea, secondo il pian, sarebbe incline a intraprendere la nazionalizzazione delle filiali di banche greche in questi Paesi, esercitando una supervisione e la restrizione dei movimenti di capitale e dei pagamenti bancari.
Questo “contagio” finanziario, come lo chiama il ministro Schaeuble, potrebbe influenzare altri paesi vulnerabili come Portogallo e Spagna, e compromettere il funzionamento della BCE e della zona euro nel suo insieme. Tutto questo, solo come introduzione ai più forti disturbi della borsa e dei mercati finanziari che l’ in Europa abbia vissuto fin dal 1957.
Fonti : Reuters, Ibna
Ecco la lettera con l’ultima proposta di Tsipras