Corte dei Conti: in Sicilia il debito sfiora gli 8 miliardi, lo Stato intervenga

Secondo la magistratura contabile è necessario intervenga lo stato centrale, perché la situazione è di grave emergenza.

Corte dei Conti: in Sicilia il debito sfiora gli 8 miliardi, lo Stato intervenga
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3 Luglio 2015 - 14.52


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“Una situazione di grave emergenza” dei conti pubblici regionali. E’ quanto viene segnalato nel giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione siciliana pronunciato dalle Sezione Riunite della Corte dei Conti per la Regione siciliana, in riferimento all’esercizio finanziario 2014. “Un progressivo deterioramento dei conti – si afferma ancora – nonché un durevole peggioramento della situazione finanziaria che rendono improcrastinabile l’esigenza di predisporre un concreto programma di rientro del deficit ormai strutturale e consolidato in modo da realizzare un effettivo e credibile risanamento”.

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Secondo la magistratura contabile “non si è provveduto a dare corso alle severe scelte strategiche pianificate con il Dpef 2014-2017”. La Corte, pertanto, segnala “l’esigenza che lo stato dei conti pubblici venga sottoposto a controlli da parte del governo centrale. A tal fine è necessario un piano triennale di rientro per il ripristino strutturale dell’equilibrio di bilancio in un intesa tra lo Stato e la Regione”.
“La pronuncia di parifica – ha aggiunto – si sostanzia in due atti: la prima, la decisione di parifica, è emanata allo scopo di consentire la gestione delle risorse pubbliche.

Ma affinché nessuno si illuda, il secondo documento risponde al ruolo ausiliare referente svolto dalla magistratura contabile per conto del governo, qui si indicano quali sono le misure che la Regione dovrà necessariamente adottare per arrivare ad una corretta gestione dei bilanci”, ha specificato Maurizio Graffeo presidente della sezione regionale, facendo riferimento alle riserve annunciate dalla magistratura contabile sul bilancio della Regione e al nuovo ruolo di controllo affidato dopo il ridimensionamento del ruolo del Commissario dello Stato. “Anche il giudizio parificazione – ha proseguito – è a questo funzionale. Il rischio di rinviare sine die in Sicilia l’applicazione di controlli esterni non si è per fortuna paventato. La Corte dei Conti non deve incontrare limiti dalle autonomie speciali”.

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