Il Primo Maggio e l'economia del Sud tra criminalità e speculazione

Molti giovani oggi sono tornati alla terra e ripropongono, contro le logiche delle multinazionali, il recupero anche di antichi grani banditi dalla logica del denaro

Agrigento, anni’60, si abbatte lo Stabilimento Piedigrotta per la realizzazione di alcuni palazzoni. Sono gli anni della speculazione edilizia
Agrigento, anni’60, si abbatte lo Stabilimento Piedigrotta per la realizzazione di alcuni palazzoni. Sono gli anni della speculazione edilizia
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Onofrio Dispenza Modifica articolo

1 Maggio 2016 - 18.33


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di Onofrio Dispenza

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Tre amici, a distanza, fanno qualche considerazione sul Primo Maggio su Facebook e si scoprono nipoti di tre nonni che contemporaneamente avevano lavorato nello stesso pastificio, lo Stabilimento Piedigrotta di Agrigento. Io, Lillo e Michele, con i nomi dei nostri nonni. Un pastificio, il Piedigrotta, che visse nell’800 e che fu fatto morire a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo successivo, dopo aver vissuto la guerra e i bombardamenti dal mare, alla Liberazione. Il Piedigrotta era stato punto di riferimento degli agricoltori di un’intera provincia, era stato lavoro per tanti, ad Agrigento. Ed anche la mano tesa alla città quando la fame della guerra si era fatta più pesante.

La guerra, i bombardamenti dal mare, la Liberazione, la ricostruzione, il dopoguerra. Poi vennero gli anni scellerati della speculazione edilizia e sull’area dello stabilimento furono costruiti bruttissimi palazzi, uno sull’altro, senza respiro e con tanta bruttezza addosso. Ne parlo oggi, Primo Maggio, perché partendo dai sentimenti privati di tre amici si arriva alla parabola criminale che si è fatta fare a molta della nostra economia, soprattutto al Sud.

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Una parabola chiara soprattutto alla luce di quanto matura nel presente e nella prospettiva di molti giovani che guardano alla terra e ripropongono, contro le logiche delle multinazionali, il recupero anche di antichi grani banditi dalla logica del denaro di chi nel mondo determina il destino degli elementi primari dell’uomo, il grano come il riso. Me lo ha insegnato mio figlio Dario che costruisce il suo futuro dividendo le giornate anche con vecchi contadini che consegnano ai più giovani sapere legato alla terra, passione legato alle stagioni, determinazione contro le storture della grande finanza che tratta il grano come si fa con i lingotti d’oro.

Sfogliando “Agrigento, ieri ed oggi” dell’instancabile ricercatore Elio Di Bella, dello Stabilimento Piedigrotta si trova un foglio pubblicitario del 1892. Si legge: “Stabilimento industriale a vapore per la macinazione di granaglia, la preparazione e vendita di semole, farina, crusca, pasta e pane”. Accanto al prezzario, la garanzia di un servizio: “Consegna gratis a domicilio e alla stazione ferroviaria”.

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