E lo chiamano lavoro: 92 euro al mese e ritorsioni per chi andava in bagno
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E lo chiamano lavoro: 92 euro al mese e ritorsioni per chi andava in bagno

E' accaduto in un call center tarantino. Vittime sette lavoratrici che hanno denunciato il vergognoso trattamento alla Cgil. Partito un esposto in Procura: 'una situazione da caporalato'

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19 Dicembre 2017 - 15.29


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E’ sempre interessante seguire sui Tg i servizi dove sembriamo il Paese più occupato del mondo. Quello dove tutti hanno un lavoro, sia giovani che anziani. Poi la realà è questa: un mese di lavoro pagato 92 euro, ovvero 33 centesimi l’ora, e tagli al vergognoso ‘stipendio’ per chi impiegava più di tre minuti per andare in bagno.

E’ quanto denuncia la Slc Cgil di Taranto, che ha scoperto e denunciato un call center che avrebbe sfruttato le lavoratrici. Sette di queste si sono rivolte al sindacato, al quale hanno raccontato la propria storia. Un esposto è stato presentato alla Procura della Repubblica di Taranto. “Un annuncio su un sito web – ha spiegato Andrea Lumino della Slc Cgil ionica – parlava di una azienda di Lecce con sede a Taranto, in via Bari, che offriva ben 12mila euro all’anno, ma la realtà non solo era differente, ma superava di gran lunga la loro immaginazione. Dopo un periodo di lavoro iniziato a metà ottobre e terminato a dicembre, le lavoratrici hanno scelto di licenziarsi. In busta paga avevano ricevuto il primo allucinante bonifico di appena 92 euro per un intero mese di lavoro”.

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Alle loro rimostranze, “l’azienda ha risposto – ha osservato Lumino – che lasciando il posto per andare al bagno anche per un ritardo di tre minuti non riconosceva la retribuzione oraria. Ho calcolato l’effettiva paga con la calcolatrice, il risultato è di 33 centesimi di euro l’ora”. La Slc Cgil ha interessato i propri legali “che hanno valutato la possibilità – ha concluso Lumino – di collegare questa situazione alla legge contro il caporalato”.

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