Sovranisti ma soprattutto vassalli. Così il ‘favore’ fatto da Salvini all’ambasciatore russo con il divieto di manifestazioni a Priolo per non disturbare la russa Lukoil è stato commentato negativamente, tra gli altri, dal deputato siciliano del Pd, Fabio Raciti.
Ha detto il parlamentare: “Il caso vuole che questa mattina sui giornali siciliani venga fuori una notizia molto grave, che spiega bene come questa presunta trattativa tra la lega di Salvini e la Russia, non sia, per quanto aberrante, solo un fatto di cronaca politica e giudiziaria. È invece la dimostrazione di cosa accade quando qualcuno svende gli interessi del proprio paese a una potenza straniera.
A Priolo, in provincia di Siracusa c’è una raffineria, la Isab Lukoil. È un impianto russo. Davanti a questi impianto ci sono spesso stati scioperi dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, per via del mancato rinnovo di un appalto che ha causato gravi perdite di posti di lavoro. Quello che insomma, ahimé, accade in tante fabbriche nel nostro territorio. Qui però, con una circolare del prefetto, si è stabilito il divieto di assembramenti davanti ai cancelli della fabbrica, motivandolo con ragione di ordine pubblico.
Già così suona male. Ma oggi apprendiamo che suona pure peggio. Le cose sono andate in questo modo: l’ambasciatore russo in Italia scrive una bella letterina al ministro Salvini: “Caro Matteo”. La lettera sollecita un intervento, non tanto perché ci sono ragioni di ordine pubblico, ma perché questi scioperi così fastidiosi stanno facendo perdere un sacco di soldi alla raffineria. Poi lo sai, “Caro Matteo”, noi siamo sempre gentili con voi, “cerchiamo sempre di creare le condizioni al massimo confortevoli per le aziende italiane che lavorano in Russia”.
E così Salvini, il salvatore della patria, quello di “prima gli italiani”, senza nemmeno interrogarsi sulle ragioni che portano i lavoratori italiani a manifestare, scrive al prefetto e diciamolo in parole povere: si vende i lavoratori della Isab, negando loro il diritto a tutelarsi.
Tutti questi incartamenti sono ovviamente agli atti ed oggi stesso presenterò un’interrogazione parlamentare al Ministro degli Interni. Perché la difesa della patria, “Caro Matteo”, non si fa militarizzando i confini e proteggendo il paese dai reati di umanità, ma difendendo i cittadini e i lavoratori dai reati di corruzione e dalle pressioni di potenze straniere e dei tuoi protettori.
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