Siamo nel 1947, la guerra è finita da due anni. L’Europa tutta è ridotta in macerie, compresa la Germania che aveva scatenato questa guerra sciagurata.
L’Italia è distrutta anche moralmente dalla guerra civile, quando gli stessi italiani si erano sparati fra di loro.
In America c’è un uomo politico, che si chiama George Marshall, che ha una idea geniale e coraggiosa: che ne facciamo di una Europa ridotta così, lacera e affamata? Dice. Il mondo ha bisogno di una Europa ricca e ottimista, proiettata nel futuro.
E quindi idea un piano finanziario che fa cadere a pioggia su tutti i paesi europei, 13 miliardi di dollari, di cui uno e mezzo sull’Italia. Una cifra enorme per quell’epoca.
Questo aiuto ci ridette coraggio e forza, e anche la gioia di vivere e di lavorare, e l’orgoglio di essere tornati ad essere un paese chiamato Italia.
In pochi anni la nostra economia crebbe velocemente, da paese prevalentemente agricolo diventammo una potenza industriale, ricostruimmo quello che la guerra aveva distrutto, incominciammo a lavorare tutti, a sentirci vivi, a produrre e a consumare beni di cui prima ignoravamo l’esistenza.
Il mondo ci guardò stupefatto e ammirato, si parlò di miracolo economico italiano, da cui trasse i suoi cospicui guadagni anche l’America
Anche oggi abbiamo bisogno che l’Unione Europea stessa, faccia cadere, sull’Italia e sugli altri paesi colpiti dalla pandemia, una pioggia di euro che farebbe un gran bene all’Europa tutta. Anche alla sua esistenza, anche a farci sentire di nuovo, oltre a cittadini italiani, anche orgogliosamente cittadini europei.
Cosa fu il piano Marshall e perché l'Europa dovrebbe ispirarsi a quel modello
Fu un piano finanziario che fa cadere a pioggia su tutti i paesi europei, 13 miliardi di dollari, di cui uno e mezzo sull’Italia. Una cifra enorme per quell’epoca. Ma l'aconomia ripartì.
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Giancarlo Governi Modifica articolo
18 Aprile 2020 - 12.19
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