Mentre in città, da Roma a Milano, si vedono spuntare servizi di sharing a ogni angolo, alcuni hanno deciso di acquistarne uno per sé. E se nelle vendite di monopattini, il primato spetta ad aziende Made in China, lo scenario cambia per le società che offrono servizi di mobilità condivisa.
Tra i modelli di monopattini elettrici che vanno per la maggiore troviamo Xiaomi, Segway, Hudora, Nilox, Nito e Vivobike. Il 39% del mercato italiano, secondo quanto riferisce Confartigianato, è detenuto da Xiaomi un’azienda cinese che opera nel campo dell’elettronica di consumo, fondata in Cina nel 2010.
Segway è un produttore americano di trasportatori personali a due ruote, principalmente attraverso le sue linee di prodotti Segway PT e Segway miniPro. Dal 2015 è di proprietà della società cinese Ninebot. Hudora è un brand tedesco nato nel 1919 quando Hugo Dornseif fonda una fabbrica di pattini per il ghiaccio e da li’ cresce fino a diventare un colosso specializzato nella vendita di prodotti per bambini e adolescenti per muoversi all’aperto.
Revoe progettato e sviluppa in Francia e ha costruito una forte partnership con i produttori cinesi. Il suo ufficio cinese a Shanghai segue e guida tutti i prodotti del marchio. Nilox è stata creata in Italia nel 2005 dal Gruppo Esprinet, tra i primi cinque distributori europei di tecnologia in Europa e numero 1 in Italia e Spagna con 4 miliardi di euro di ricavi e oltre 1.300 dipendenti.
Nito (Nuova Industria TOrinese) nasce con l’obiettivo di produrre e vendere veicoli a due ruote a basso impatto ambientale e a impatto zero, come il monopattino pieghevole e un’innovativa bicicletta pieghevole. Vivobike marchio registrato di Datamatic S.p.A., è un’azienda milanese specializzata nel mercato delle biciclette elettriche dal design tutto italiano.
“Nilox, Nito e Vivobike si presentano come marchi Made in Italy ma, a onor del vero, curano solo progettazione e distribuzione. In Italia non esiste un impianto di produzione dei monopattini”, spiega Agostino Bonomo Presidente di Confartigianato Imprese Veneto. “C’è in rischio concreto” che gran parte del bonus monopattini vada “ad agevolare quanto prodotto in Cina. Sarebbe un peccato” sottolinea ancora Bonomo.
I servizi di mobilità condivisa a Roma e Milano sono messi a disposizione prevalentemente da società statunitensi ed europee. Nel dettaglio, a Roma sono quattro le società che hanno approfittato del bando per la micro-mobilità comunale per lanciare i propri servizi di monopattini in sharing.
La prima azienda è la statunitense Helbiz con una flotta di mille mezzi. Si paga, tramite app, un euro per lo sblocco iniziale e 0,15 euro al minuto. è possibile sottoscrivere abbonamenti mensili per risparmiare. C’è anche Lime Roma con i suoi monopattini modello Gen 3 che applica una tariffa di un euro al momento dello sblocco e 25 centesimi al minuto. E, oltre all’abbonamento mensile, mette a disposizione anche abbonamenti settimanali.
Lime è detenuta da Neutron Holdings una azienda statunitense attiva nel settore trasporti, gestisce flotte di monopattini e bici elettriche e di auto in modalità car sharing in diverse città nel mondo. Anche la californiana Bird mette a disposizione dei romani 1.000 mezzi e offre la possibilità all’utente di chiedere il rimborso del 60% previsto dal bonus mobilità emettendo fattura.
Infine c’è Dott. società nata ad Amsterdam nel 2018 e operativa in Belgio, Francia, Germania, Polonia e in 12 città italiane. La sua tariffa prevede un euro per lo sblocco, e 0,19 centesimi al minuto. A Milano, invece, sono tre al momento gli operatori autorizzati: Wind Mobility (ha sede a Berlino e Barcellona, ed opera oltre che in Europa, anche in Israele ed Asia), Bit Mobility (ha sede a Bussolongo, in provincia di Verona, ed è presente anche a Verona, Torino, Cattolica e Misano), Dott e Helbiz. Da domani sarà operativa anche Bird.
La crisi Covid-19 ha generato modifiche straordinarie sul sistema della mobilità di persone e merci. Le politiche di distanziamento in essere per contenere il contagio da coronavirus riducono la capacità di carico dei mezzi pubblici: nell’ipotesi che si riducano del 50% gli occupati che vanno al lavoro in bus e tram, utilizzando in alternativa un’auto privata, si osserverebbe un aumento del 20% del traffico legato agli spostamenti in auto dei lavoratori. Spiegano i dati di Confartigianato.
Per far fronte a questi cambiamenti, il governo ha messo in campo il bonus mobilità. Si tratta di un contributo pari al 60% della spesa sostenuta e, comunque, in misura non superiore a euro 500 per l’acquisto di biciclette, anche a pedalata assistita, nonchè veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica (ad es. monopattini, hoverboard e segway) ovvero per l’utilizzo di servizi di mobilità condivisa a uso individuale esclusi quelli mediante autovetture.