Tra settembre e ottobre, 382 mila famiglie (circa 940 mila persone) hanno perso il diritto al reddito di cittadinanza, scaduti i primi 18 mesi di erogazione.
Come mai non ricevono più il sussidio? La legge 26 del 2019 prevede un mese di pausa, senza accredito, poi la richiesta di rinnovo. Ma solo 300 mila nuclei su 382 mila hanno fatto di nuovo domanda a Inps.
Nei prossimi mesi altre famiglie decadranno dal reddito, mano a mano che verranno a scadenza i 18 mesi. L’Alleanza contro la povertà (realtà che riunisce associazioni come Acli, Anci, Caritas Italiana, Cgil, Cisl, Uil, Comunità di Sant`Egidio, Confcooperative) chiede al governo di intervenire in legge di Bilancio per coprire il mese di mancata erogazione. Nata alla fine del 2013 come “lobby dei poveri” in rappresentanza di 36 tra associazioni e sindacati, l’Alleanza spinge per una revisione del reddito di cittadinanza, perché siano rivisti alcuni requisiti troppo stringenti specie in questa fase così pesante: livello di Isee, vincoli per gli stranieri, assegno troppo basso per le famiglie numerose, rinnovo automatico.
Nei prossimi mesi, “saranno altre centinaia di migliaia le famiglie che si vedranno interrompere il Reddito di Cittadinanza pur restando nei parametri economici per riceverlo, così come è e sarà drammaticamente crescente il numero di persone che vedrà la propria condizione di vita peggiorare per le conseguenze economiche e sociali della crisi”. A queste migliaia di persone “il Governo deve garantire un sostegno adeguato, a partire da chi è o rischia di cadere in condizione di povertà. Da qui alcune richieste al Governo, perchè nella predisposizione della Legge di Bilancio, si migliori e si rafforzi il Reddito di Cittadinanza e la sua capacità di contrastare la povertà, si sostengano le famiglie numerose e con minori, non si discriminino i cittadini stranieri, riducendo a 2 gli anni di residenza ed eliminando l`obbligo di presentazione di certificazione aggiuntiva.
Nel mese di ottobre 2020 il numero dei nuclei familiari beneficiari di Reddito/Pensione di Cittadinanza è stato pari a 971 mila, in calo rispetto al mese precedente prevalentemente per la conclusione del primo ciclo di erogazione del beneficio Rdc. La Pensione di Cittadinanza invece si rinnova automaticamente. Lo ha comunicato l’Inps. Il 78% di coloro che hanno terminato il primo ciclo a settembre ha presentato una nuova domanda nel mese di ottobre, secondo quanto previsto dalla normativa, per ottenere poi a partire dal mese di novembre nuovamente il beneficio, se ancora in possesso dei requisiti richiesti. Al 31 ottobre, il numero di nuclei che ha una domanda in lavorazione risulta pari a 447mila, il 67% di questi è rappresentato da coloro che hanno presentato domanda di rinnovo.
“La Legge di Bilancio che a giorni arriverà in Parlamento contiene alcune misure fondamentali per il mondo del lavoro e per dare supporto alle famiglie – affermano in una nota i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Lavoro alla Camera. – Innanzitutto il rifinanziamento di una misura che come MoVimento 5 Stelle abbiamo ritenuto centrale nella nostra politica di sostegno ai più deboli, il Reddito di Cittadinanza. Dopo essere riusciti a raggiungere 3,5 milioni di persone, con circa 362mila contratti di lavoro stipulati finora, puntiamo ad assicurare questo strumento di sostegno economico fino al 2029 con un fondo da 4 miliardi”. Il reddito di cittadinanza non cambia quindi nel 2021.
Al momento, non ci sono aggiornamenti su cambiamenti in merito ai requisiti necessari per richiederlo. Chi, però, lo ha già percepito dovrà soddisfare ulteriori condizioni. Le regole rimangono le stesse previste dal decreto 4/2019, convertito dalla Legge 26/2019. I possibili cambiamenti dovrebbero riguardare esclusivamente la parte della politica attiva, molto carente fino a oggi.
Per fare domanda di Reddito di cittadinanza nel 2021, quindi, vanno rispettati gli stessi requisiti patrimoniali e reddituali previsti per chi fa domanda oggi. Biosgna avere un Isee aggiornato e quindi bisogna attendere il rilascio della Dsu aggiornata al 2021. Il valore dell’Isee, inoltre, non può superare i 9.360,00 euro, indipendentemente dal numero di componenti del nucleo familiare. Dal momento che si tratta di Isee 2021, i patrimoni presi in considerazione sono quelli relativi al 2019 (due anni precedenti alla data di presentazione della Dsu).
Non possono chiedere il Reddito di cittadinanza coloro che, nei 12 mesi precedenti alla data della domanda, hanno presentato dimissioni. Il nucleo familiare può ancora percepirlo, ma la persona che ha dato le dimissioni non sarà inclusa nella definizione del parametro di scala di equivalenza. Dato che inciderà sul calcolo dell’importo. Esclusi anche coloro che hanno percepito il beneficio ma gli è stato tolto a seguito di una sanzione. Si precisa inoltre che, in caso di sanzione, scatta una pena accessoria, per cui nessun membro del nucleo familiare può presentare domanda per i successivi 18 mesi. Se nel nucleo ci sono minorenni o persone con gravi disabilità, il limite scende però a 6 mesi.